VIMERCATE – «Credo che il commissario debba favorire quelle Regioni che stanno rispettando i target dati e noi li abbiamo anche superati». Lo ha detto la vicepresidente e assessore al Welfare di Regione Lombardia, Letizia Moratti, al termine della sua visita all’Ospedale di Vimercate, commentando la richiesta fatta ieri dal governatore Fontana di avere ulteriori dosi AstraZeneca qualora nelle altre regioni venissero rifiutate. «Da noi meno dell’1% delle persone vaccinate rifiuta AstraZeneca – ha aggiunto – anche perché i nostri medici spiegano loro che questo è un vaccino sicuro ed efficace».
E’ già polemica per le dichiarazione della Moratti e se il generale Figliuolo dovesse seguire i consigli dell’assessora lombarda per la Sicilia sarebbe un disastro. L’Isola è infatti all’ultimo posto tra le regioni per somministrazione di vaccini. La percentuale di popolazione che ha completato il ciclo vaccinale è pari 9,8% a cui aggiungere un ulteriore 11,8% con solo la prima dose. La percentuale di over 80 che ha completato il ciclo vaccinale è pari a 50,2% a cui aggiungere un ulteriore 20,9% con solo una dose. La percentuale di 70-79 anni che ha completato il ciclo vaccinale è pari al 16,6% a cui aggiungere un ulteriore 34,9% con solo una dose. La percentuale di 60-69 anni che ha completato il ciclo vaccinale è pari al 11,8% a cui aggiungere un ulteriore 26% con solo una dose.
LA brutte performance della Sicilia sul fronte vaccinale mettono, secondo il Pd regionale, il governatore Musumeci sul banco degli “imputati”. «La Sicilia era e resta fanalino di coda tra le regioni italiane per vaccini somministrati: il Partito Democratico esprime forte preoccupazione – ancora una volta – per la gestione della crisi pandemica, da parte della regione siciliana e nella fattispecie da parte di Nello Musumeci che racchiude in se, oltre a quella di Governatore, anche la carica di assessore regionale alla Salute e di commissario per l’emergenza Covid» ha detto il segretario regionale del Partito Democratico della Sicilia, Anthony Barbagallo a proposito dei dati sulla somministrazione dei vaccini anti covid in Sicilia.
E se il Pd Sicilia esprime soddisfazione per la «vaccinazione a tappeto nelle isole minori al fine di renderle covid-free per non compromettere definitivamente l’economia, prevalentemente basata sul turismo, augurandosi che dopo l’effetto annuncio si proceda con celerità, da un altro punto di vista manifesta perplessità per il tardivo coinvolgimento dei medici di base». “Se tempestivamente coinvolti e ascoltati, avrebbero potuto dare un contributo decisivo alla campagna vaccinale. E invece sono stati chiamati poco più di un mese fa, senza fornirgli – afferma Barbagallo, condividendo anche il contenuto della nota diramata dal segretario regionale della Federazione italiana medici di famiglia, Luigi Galvano – una adeguata organizzazione di supporto e “costretti” a rincorrere pazienti a loro sconosciuti».
«Quando sarebbe stato più logico prendere in considerazione – prosegue il segretario Dem – la loro conoscenza della anamnesi dei pazienti, specie di quelli a rischio, per ottenere risultati immediati ed efficaci».
Inoltre – più in generale – in questa confusione gestionale e organizzativa a pagare le conseguenze è anche la sanità ordinaria. «Il diritto alla salute è infatti compromesso – afferma Franco De Domenico, responsabile del dipartimento Salute del Pd Sicilia -, quando addirittura negato del tutto, da una gestione della crisi che impedisce la possibilità da un lato di usufruire di sale operatorie o peggio delle terapie intensive e, dall’altro ha trascurato tutte le attività di cura e prevenzione».