I medici e gli infermieri dell’ospedale di Lodi «sono come i pompieri dell’11 settembre, perché rischiano e si dedicano in prima persona». Lo ha detto Alberto Zangrillo, direttore dell’unità operativa di Terapia intensiva cardiovascolare e generale dell’ospedale San Raffaele di Milano.
Zangrillo ieri è andato a Lodi per trasferire alla terapia intensiva del San Raffaele, in due viaggi con altrettante ambulanze, 4 pazienti. «Abbiamo fatto una riunione all’Asst, a Lodi, in cui gli specialisti hanno illustrato le loro difficoltà – ha detto anche al Cittadino di Lodi – Ho capito che hanno un modo di agire encomiabile. I lodigiani devono essere orgogliosi di avere un presidio ospedaliero di questo livello, in tutte le sue unità, amministrative, logistiche e sanitarie. La passione delle persone qui è commovente, a partire dagli infermieri». Da qui il paragone con i vigili del fuoco delle torri gemelle. «È gente che lavora sapendo di rischiare la pelle – ha concluso – Hanno affrontato una quantità di ammalati con una voglia, una passione, un’abnegazione che io, che ho 62 anni, non ho mai visto».