Il raduno
Maxirissa sul Garda, una trentina di giovani sospettati di molestie
La squadra Mobile di Verona ricostruisce episodi in spiaggia e treno
Un branco composto da una trentina di persone in tutto, la maggioranza probabilmente minorenni. A tre giorni dal raduno sul Garda convocato via TikTok durante il quale si è scatenata una maxirissa tra ragazzini, alcuni dei quali immigrati di seconda generazione, fanno un passo avanti le indagini sull'episodio peggiore che sarebbe avvenuto in quel contesto, quello raccontato con tanto di denuncia alla Polfer da 5 ragazze tra i 15 e i 17 anni di Milano e Pavia: salite sul treno per tornare a casa dopo una gita a Gardaland, sarebbero state accerchiate e molestate. E intanto monta la polemica politica, con il centrodestra che accusa la sinistra di stendere una «cappa di silenzio» sull'intera vicenda per non mettere in cattiva luce gli immigrati.
Dopo le decine di persone identificate per la rissa, proseguono dunque gli accertamenti della squadra mobile di Verona. Anche perché, se cinque ragazze hanno presentato la denuncia, il numero di quelle che sarebbero state molestate sarebbe più alto, almeno il doppio. E sono anche stati rafforzati i controlli e le misure di sicurezza, sia a Peschiera sia sui treni da e per il Garda. Nei video ormai virali sui social si vedono gruppi di giovani invadere i binari della stazione di Peschiera, ma non è lì che sarebbero avvenute le molestie. Nella denuncia le vittime hanno raccontato infatti che le aggressioni sono avvenute sul treno regionale, bloccato dopo che qualcuno aveva azionato il freno di emergenza, e hanno riguardato, appunto, anche altre ragazze. Non c'è ancora la certezza, ma è molto probabile che i presunti molestatori facessero parte proprio del gruppo che ha generato i tafferugli durante il raduno. «Stiamo facendo accertamenti su tutti i fatti che possono avere risultanze penali», ha spiegato il neo dirigente della squadra mobile di Verona Carlo Bartelli, precisando che si sta "procedendo con una ricostruzione dei fatti avvenuti giovedì in spiaggia, nell’abitato di Peschiera del Garda e sul treno». E anche oggi è rimasto operativo alla stazione di Peschiera e lungo le spiagge del basso lago il servizio rafforzato con agenti in antisommossa, impegnati a prevenire eventuali arrivi di malintenzionati. Sui social infatti erano circolati nei giorni scorsi post e video che annunciavano una «replica» nella località gardesana. Durante la maxi rissa di tre giorni fa si sono verificati anche furti ai bagnanti, oltre a danneggiamenti ad automobili e locali pubblici.
Sale intanto la polemica politica, proprio sull'ipotesi che queste 'bandè fossero composte da ragazzi italiani di «seconda generazione», figli di famiglie immigrate. «Come per le abominevoli violenze di capodanno – dice la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni – è calata una cappa di silenzio da parte di certa sinistra e delle femministe. Nessuna parola di sdegno, nessuna presa di posizione forte e decisa, probabilmente per paura di mettere in cattiva luce gli immigrati». Per Matteo Salvini «a questi ragazzi qualcuno l’educazione gliela deve insegnare e se non sono mamma e papà lo farà qualcun altro». "Non mi interessa prima o seconda generazione – aggiunge il leader leghista – questo insegna che bisognerebbe reintrodurre la leva». La deputata di Forza Italia Laura Ravetto chiede "tolleranza zero» per il branco. «Mi aspetto lo stesso sdegno mediatico che per settimane una certa sinistra, femministe in testa, hanno riservato agli Alpini». E parla di fatto "gravissimo» da «condannare con severità» anche il leader di Azione Carlo Calenda. «Se sono immigrati regolari vanno processati per direttissima, se sono clandestini rispediti a casa ancora più velocemente».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA