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Maturità, il ministro Azzolina: «Sarà un esame serio, ma gli studenti vanno tutelati»

Di Redazione |

ROMA – Sulla maturità «stiamo pensando a possibili soluzioni relative al momento in cui si ritornerà a scuola». Lo ha detto la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina a Tutti in classe, su Radio Rai 1. La maturità dovrà «tenere in considerazione cosa gli studenti hanno fatto in questo periodo di didattica a distanza e cosa non hanno fatto», ha aggiunto rispondendo alla mail di uno studente che diceva che in alcune materie la didattica a distanza nella sua scuola è stata attivata, in altre no.

«Ci stiamo riflettendo, abbiamo già in mente possibili soluzioni che garantiscano agli studenti di fare un esame serio, giusto, in cui non si perda il sapore dell’esame ma devo tutelare gli studenti rispetto agli apprendimenti degli ultimi mesi. Tuttavia l’esame di Stato riguarda il percorso sviluppato in tutti i 5 anni di studio. Io devo tranquillizzare rispetto a quella parte di programma, da febbraio a giugno, e garantire un esame che sia reale, rispetto alla parte di programma non realizzata. Stessa cosa vale per gli studenti delle medie».

«L’anno scolastico – ha spiegato il ministro – sarà valido e gli insegnanti hanno la piena libertà di valutare come ritengono; moltissimi lo stanno già facendo, stanno già valutando» grazie alla didattica a distanza «ma io non ho l’ossessione del voto» l’importante «è stare vicino ai ragazzi che sono smarriti, non hanno più la loro routine. Gli insegnanti sono fondamentali dal punto di visto emotivo, soprattutto in quelle zone in cui l’isolamento e la tristezza si stanno combattendo anche grazie alla scuola; i prof regalano momenti di serenità in momenti tristissimi».

La ministra Azzolina ha poi bacchettato quei prof che ancora non stanno facendo la didattica a distanza: «Ci sono stati insegnanti, pochi, che hanno detto che non era previsto dal contratto o che “non mi compete”. Parlo da docente – ha detto la  ministra dell’Istruzione – come si fa a dire “non mi compete” o “non è previsto dal contratto”, no si può. Tanti, la maggior parte dei docenti si è rimboccata le maniche, non lo sapevano fare ma hanno imparato e aiutato i ragazzi ad andare avanti».

«Abbiamo creato delle task force regionali con la figura dello psicologo, che serve: i ragazzi hanno bisogno di figure di riferimento, gli adulti sono necessari», senza didattica a distanza «il rischio sarebbe l’abbandono totale», ha affermato ancora la ministra. «Le famiglie stanno facendo enormi sforzi; famiglie e insegnati sono la base per gli studenti che in questo momento hanno perso tutte le certezze».

La ministra ha fatto riferimento al monitoraggio messo in campo dal Ministero sulla didattica a distanza, «serve anche a capire come distribuire i soldi: firmerò a giorni il decreto con cui andremo a utilizzare gli 85 milioni di euro» stanziati dal Governo per sostenere la didattica a distanza e «arrivare a chi non ha gli strumenti digitali». La situazione a macchia di leopardo riguardo alla diffusione della didattica a distanza, ha precisato la ministra, è legata al «digitale divide, su cui bisognerà fare una riflessione».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA