il caso
Marracash e Guè Pequeno e gli “inchini” al boss durante i concerto
La nota della polizia penitenziaria finita in un fascicolo della Procura di Milano
I rapper Marracash e Guè Pequeno sono finiti sotto il riflettori della Procura di Milano dopo che in una nota della polizia penitenziaria allegata a un’indagine i due sono accusato di un vero e proprio “inchino” al boss della droga, Nazzareno Calajò detto Nazza.
Marracash, il cui vero nome è Fabio Bartolo Rizzo, e Guè Pequeno, alias Cosimo Fini non sono comunque indagati. Ma il loro nome è finito nel fascicolo dopo che il 10 luglio nel corso di un concerto all’Ippodromo di San Siro a Milano Guè Pequeno ha salutato pubblicamente il boss: «Nazza libero! Free Nazza! Una mano su!», mentre lo scorso 21 settembre sul palco del Forum di Assago Marracash ha salutato sia Nazza che il figlio del boss, Alessandro.
Nazzareno Calajò era stato arrestato nell’aprile scorso assieme ad altri della banda della Barona con l’accusa di traffico di droga. Annota la penitenziaria: “Nel ringraziare le persone presenti, il cantante rivolge un saluto particolare ad Alessandro Calajò (Kalash), all’amico Mattia Di Bella e all’immancabile Nazzareno Calajò”. Marracash sul palco – scrive ancora il Fatto . grida: “Ci tengo a ringraziare la gente del mio quartiere venuta a queste serate. Mattia, Kalash, Momo e soprattutto il grande zio Nazza. Un abbraccio!”. Subito dopo “l’inchino” di Marra, Luca Calajò, presente al concerto, invia messaggi alla zia e alla moglie di Nazza: “Fai un video, lo zio che ringrazia Marracash, l’ha salutato davanti a tutti, fai fare un video allo zio”.
A giungo i Nazza preparano delle magliette con su scritto “Nazza Libero”, “Verità per Nazza”. Inizialmente Marracash non vuole indossarla, un gesto forse estremo per la sua immagine. Nazza non la prende bene e gli dà del “traditore e dell’infame”. E quindi alla fine, quasi costretto, indosserà la maglietta.
Calajò domina il quartiere Barona e il suo predominio – secondo gli investigatori – lo ha ottenuto anche grazie al consenso di parte della popolazione residente, alimentato mediante numerose comparse dei principali esponenti della famiglia criminale nei videoclip di famosi cantanti rapper come Guè Pequeno, Marracash e Young Rame il cui tema principale è l’ostentazione del lusso, del denaro facile e l’esaltazione della violenza. Secondo la Penitenziaria alcuni brani dei rapper sarebbero stati scritti dallo stesso Nazza.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA