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Lo scandalo delle lauree carta straccia, il Ministero: «Non c’è alcun accordo con la Bosnia»

Indagati il "rettore" Salvatore Messina, il figlio Dario, e il marsalese Salvatore Culotta

Di Redazione |

«Non risulta sia mai stato stipulato» l’accordo bilaterale tra l’Italia e la Bosnia Erzegovina che avrebbe dovuto dare attuazione alla cooperazione fra i due Paesi, sancita con legge il 10 febbraio del 2015, accordo che in particolare avrebbe dovuto stabilire «il riconoscimento dei titoli universitari per equipollenza diretta».

Lo ha chiarito il ministero dell’Università e della ricerca interpellato dall’ANSA sul caso delle lauree fantasma del Dipartimento di studi europei Jean Monnet, su cui sta indagando la Guardia di finanza su delega della Procura di Palermo.

Nel registro degli indagati sono stati iscritti il professore Salvatore Messina, rettore del Dipartimento, il figlio Dario, e il marsalese Salvatore Culotta. Contestati i reati di truffa, riciclaggio, auto riciclaggio e reati fiscali. Decine di studenti hanno in mano titoli di studio farlocchi.

Il Dipartimento faceva leva proprio su quell’accordo tra Italia e Bosnia per intercettare gli studenti da iscrivere ai corsi con rette che arrivavano fino a 20 mila euro all’anno, come si evince dalle brochure e dai materiali informativi che venivano distribuiti: da questa precisazione del Mur, dunque, emerge che quell’informazione data dal Dipartimento Jean Monnet sarebbe stata falsa.

Riguardo a un’eventuale richiesta di autorizzazione, il ministero ribadisce che «non risulta alcuna istanza da parte del Dipartimento Jean Monnet, per quanto di nostra competenza, relativamente all’accreditamento di una nuova istituzione universitaria». E specifica: «Nel novembre 2022 è pervenuta una istanza di accreditamento di una sede estera in Italia, ai sensi del dm 214/2004, da parte dell’Università di Gorazde».

Il Mur ha sottolineato che «l’università di Goradze risultava accreditata in Bosnia Erzegovina ma con un procedimento soggetto a procedura di riesame. La procedura di accreditamento prevede, in tal caso, l’acquisizione preventiva dei pareri del ministero Interni e ministero Esteri, del Comitato regionale di coordinamento delle Università e i pareri favorevoli del Consiglio universitario nazionale e dell’Agenzia nazionale per la valutazione del sistema universitario e per la ricerca. L’accreditamento viene concesso con decreto del ministro». E «prima di avviare l’iter di acquisizione dei pareri ai fini di un eventuale accreditamento, si è atteso di conoscere l’esito positivo o negativo dell’accreditamento condizionato».

«A dicembre 2023 – dice il Mur all’ANSA – si è appreso che l’Università di Gorazde aveva perso ogni accreditamento nonché delle connessioni di tale ente con il dipartimento Jean Monnet». Il Mur ha quindi ritenuto “che non ci fossero le condizioni per prendere in considerazione tale istanza e con nota in data 22 febbraio 2024 ha altresì diffidato il dipartimento Jean Monnet».

Rispetto ad accordi e convenzioni che il Dipartimento Jean Monnet vantava di avere con alcuni Atenei italiani come il Federico II di Napoli, il Mur evidenzia che «le Università sono istituzioni autonome e, nell’ambito della loro autonomia possono sottoscrivere collaborazioni anche con soggetti non universitari». Il ministero si costituirà parte civile in un eventuale processo? «Al momento, ogni considerazione, è prematura».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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