Libia: Cacace, “là non torno”

Di Redazione / 06 Novembre 2016

BORGO SAN DALMAZZO (CUNEO), 6 NOV – “Se torno in Libia le mie figlie mi sparano, non posso tornare”. Bruno Cacace, il tecnico italiano rapito in Libia e liberato venerdì dopo un mese e mezzo di prigionia, parla nel cortile di casa a Borgo San Dalmazzo. Con lui c’è la figlia Stefania e la mamma, Maria Margherita Forneris. In serata è previsto l’arrivo dell’altra figlia, Lorenza, che vive a Parigi. “Io piango poco, ma le mie figlie hanno pianto molto”, racconta il tecnico italiano, che dice di “star bene e di avere dormito questa notte”. E parlando del giorno in cui è stato rapito dice: “ho capito subito che non volevano solo la macchina, ho capito subito che era un’altra cosa. Fortuna che siamo qui a raccontarlo…”.

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