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Lavapiatti chiede la sua paga al titolare, gestore di un lido, che in tutta risposta la picchia

La donna, una giovane nigeriana, ha ripreso con il suo cellulare l'aggressione

Di Redazione |

Ha chiesto di essere retribuita per il lavoro prestato come lavapiatti ma ha ricevuto una vera e propria aggressione fisica con schiaffi e condita da pesanti insulti. E’ quello che è accaduto a Soverato, una delle mete turistico balneari più gettonate dell’estate calabrese, ad una giovane donna di origini nigeriane, Beauty, assunta in un noto lido-ristorante della cittadina. Una vicenda di sopraffazione e violenza che sarebbe rimasta ignota, come molto probabilmente è accaduto in tante altri situazioni similari, se la donna non avesse ripreso in diretta, con il proprio cellulare, alcune fasi dello scontro prima verbale e poi fisico.

Sulla vicenda i carabinieri della Compagnia di Soverato hanno avviato accertamenti dopo che la giovane si è recata ieri in caserma, senza presentare denuncia, e ha riferito di essere stata aggredita fisicamente dal suo datore di lavoro dopo avere chiesto di essere retribuita per le ore di lavoro effettuate nella cucina del locale da cui si stava licenziando. La donna, in particolare, ha raccontato ai militari di essere stata aggredita e insultata dal gestore del lido che l’aveva assunta. Beauty, da alcuni anni in Italia, oltre a non avere sporto denuncia ha declinato anche l’offerta di essere accompagnata in ospedale. Successivamente dai carabinieri si è presentato anche anche il gestore dell’esercizio per fornire la propria versione dei fatti. Intanto, però, il video dell’aggressione postato in diretta su una pagina dedicata di un social network è diventato virale. Nel minuto di girato rimasto in rete, la donna ha ripreso le fasi dello scontro, prima verbale e poi fisico, con il datore di lavoro. Nelle immagini, con il sottofondo di musica e vociare tipici dei lidi balneari dal che si presume che fossero presenti altre persone che si sarebbero però ben guardate dall’intervenire, si vede in un primo tempo la ragazza rivendicare con decisione il pagamento delle spettanze dovute e poi tra un frase e l’altra anche in dialetto, il datore di lavoro colpire la ragazza per rivolgere,infine, le proprie attenzioni al cellulare rimasto acceso. Seguono alcune altre fasi concitate e grida di terrore da parte della donna prima che la diretta sia interrotta. probabilmente a causa della distruzione del dispositivo.

L'episodio ha scatenato un coro di reazioni sdegnate nei confronti del datore di lavoro e di solidarietà nei confronti della lavoratrice. Per il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, «il lavoro, che non deve in alcun modo somigliare alla schiavitù, si paga, sempre». Duro il commento delle segreterie calabresi dei sindacati di categoria commercio e turismo Filcams Cgil, che parla di «diritti calpestati», e Fisascat Cisl.    COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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