Un «sistema», non usato soltanto dall’Inter ma diffuso nel calciomercato italiano, basato sulla cosiddetta «camera di compensazione» e sugli scambi di calciatori tra due squadre che avvengono spesso senza passaggi di denaro o con movimenti di soldi «congelati» e poi effettuati solo in un secondo momento. E’ uno degli aspetti principali su cui si sta concentrando l’inchiesta milanese per falso in bilancio sul club nerazzurro, con al centro plusvalenze sospette sulle cessioni di giocatori, che due giorni fa ha portato ad una serie di acquisizioni di documenti, ma anche di email, nella sede della società guidata da Steven Zhang e in Lega calcio, dove vengono depositati i contratti.
Stando a quanto riferito, solo in Italia, tra l’altro, esiste questo meccanismo «peculiare» della «camera di compensazione" che permette – nel corso delle operazioni di scambio di giocatori tra due squadre, che possono appunto generare plusvalenze nei bilanci, ovvero l’aumento dei ricavi – di non muovere denaro e semmai di posticipare i passaggi di soldi. E proprio questo è un tema cardine dell’inchiesta, condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf e coordinata dall’aggiunto Maurizio Romanelli e dai pm Giovanna Cavalleri e Giovanni Polizzi, perché investigatori e inquirenti dovranno valutare come ciò abbia inciso sui rendiconti finanziari e se possa aver creato altri profili di presunte irregolarità, anche fiscali.
Mentre le Fiamme Gialle stanno analizzando gli atti raccolti, confrontandoli con quelli già acquisiti, un’attenzione particolare nel fascicolo viene posta sui contratti con clausola di «recompra», anche questi molti diffusi nel calciomercato, non solo italiano in questo caso: una società vende un giocatore generando per quell'anno una plusvalenza, tenendo alto il prezzo del 'cartellinò, e poi lo riacquista l’anno successivo ad un prezzo maggiore a quello al quale l’ha ceduto, ammortizzando i costi e spalmandoli su più anni. Allo stesso tempo, l’altra squadra, che compra e poi rivende, realizza a sua volta una plusvalenza. Nell’inchiesta milanese, che nelle prossime settimane potrebbe portare ad iscrizioni nel registro degli indagati anche a garanzia, si è partiti scavando su una decina di operazioni, tra scambi, cessioni, prestiti, messe a bilancio dall’Inter tra il 2017 e il 2019 per circa 90 milioni di euro di plusvalenze. E ora gli approfondimenti riguarderanno quelle nelle quali i calciatori sarebbero stati valutati per cifre che sembrano troppo «sproporzionate» rispetto ai valori effettivi.
Far crescere le entrate con presunte plusvalenze fittizie potrebbe essere servito, stando all’ipotesi al vaglio, per abbellire i bilanci e permettere all’Inter di rientrare nei parametri del «fairplay finanziario» e prendere parte alle competizioni europee. Tra i casi sotto la lente degli investigatori ci sono quelli del portiere Ionut Radu (7,7 milioni di plusvalenza) e dell’attaccante Andrea Pinamonti (plusvalenza da 19 milioni), scambiati tra Genoa e Inter in due anni, ma anche del difensore Zinho Vanheusden o di altri giocatori di fascia medio-bassa, in particolare della Primavera.