Imbarazzo e sdegno per il voto (e scrutinio segreto) a Matteo Messina Denaro, espresso da un consigliere comunale di Padova durante le operazioni per nominare il garante dei detenuti.
Lo stesso Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà Mauro Palma ha espresso sconcerto per quanto avvenuto a Padova. Un atto condannato subito in modo bipartisan dall’assemblea municipale, e che potrebbe portare ad una segnalazione in Procura.
«Indipendentemente dall’esito della votazione su cui, come è ovvio, non spetta al Garante nazionale esprimersi – si legge in una nota – l’indicazione da parte di un consigliere del nome di un noto boss mafioso costituisce una grave offesa non soltanto al Consiglio, ma anche al lavoro di tutti i Garanti che operano per la tutela dei diritti di ogni persona nel fermo vincolo della lotta a ogni forma di criminalità e del sostegno a chi nel nostro Paese opera per estirpare la dura realtà delle organizzazioni criminali». «Una indicazione di un nome – aggiunge – che rappresenta un’inaccettabile offesa a tutte le Istituzioni della nostra democrazia. Il discredito che l’autore del gesto, nel segreto del voto, ha voluto gettare su un organismo di tutela dei diritti dovrà rafforzare l’impegno alla rigorosa azione per una esecuzione penale pienamente in linea con il dettato costituzionale a cui contribuirà, auspicabilmente a breve, il Garante dei diritti delle persone private o limitate della libertà di cui la città di Padova si doterà.».
Matteo Messina Denaro, condannato a più ergastoli, è ricercato dai primi anni ’90. Il voto che, nel segreto dell’urna, è stato dato in favore del boss ha peraltro impedito l’elezione del Garante dei detenuti di Padova, saltata proprio per mancanza di una sola preferenza.
E oggi anche il sindaco Sergio Giordani prende le distanze da quanto accaduto: «Quanto accaduto in Consiglio Comunale mi ha profondamente scosso. Padova è una città che si batte contro tutte le mafie, lo abbiamo testimoniato più volte e continueremo a farlo con tutta la forza necessaria. Non capisco come sia possibile che a un Consigliere Comunale, un rappresentate dei cittadini, passi per la mente di scrivere sulla scheda di un voto a scrutinio segreto il nome di un mafioso superlatitante. In un voto, oltretutto, per la nomina del Garante dei diritti dei detenuti. Di certo non derubrico questo atto a goliardata, lo considero al contrario un fatto gravissimo sia come Sindaco della città, che come Consigliere che in quel consesso siede».
«Chiunque sia stato, abbia un sussulto di dignità e non si consegni a quell’omertà, elemento triste e cardine su cui si basano proprio il comportamento mafioso e la prevaricazione, si autodenunci, chieda scusa e contestualmente dia le dimissioni immediate. In ogni caso, la Giunta intende mettere in campo tutte le azioni presso tutte le sedi competenti per andare a fondo di questa ignobile vicenda. I luoghi istituzionali devono essere luoghi di vicinanza totale alla legalità, a chi per essa si batte, a chi per difenderla è morto e quindi, quanto successo per le intenzioni squinternate di una singola persona è scandaloso. Non può nemmeno bastare la condanna, quindi al prossimo Consiglio Comunale proporrò di assumere la scelta traversale a tutte le forze di dare ancora più incisività alle attività di sensibilizzazione e contrasto alla mafia che già oggi mettiamo in campo ma che vanno rafforzate per rispondere coi fatti a questo gesto pericoloso e volgare», conclude.