Il Grande Fratello del Fisco controlla anche i profili Facebook, Instagram e i post pubblicati sui social network per verificare se il tenore di vita è congruo rispetto a quanto dichiarato. Le verifiche, nel XXI secolo insomma, non si limitano più ai conti correnti o ai movimenti bancari. In Francia è una realtà e si permette all’Agenzia delle Entrate transalpona di usare algoritmi e big data per scansionare i social media alla ricerca di imbrogli fiscali.
In base alle nuove regole i funzionari doganali e fiscali sono autorizzati a spiare profili, post e foto degli utenti e usarli come prove per redditi non dichiarati. In Italia qualcosa di simile esiste già dal 2016 e l’Agenzia delle Entrate, per contrastare l’evasione fiscale, può attingere a dati provenienti da banche dati ma anche ad altre fonti, come gli articoli di giornale, i siti internet e i social network per acquisire informazioni utili sui contribuenti ed eventuali incongruenze tra la vita nota al fisco e quella mostrata sui social.