Italia
Figlio da studente 14enne, 31enne arrestata per violenza sessuale
PRATO – E’ stata arrestata la trentunenne di Prato accusata di aver avuto rapporti sessuali con un minorenne dal 2017 ai primi mesi di quest’anno, da quando la presunta vittima aveva solo 13 anni fino a pochi mesi fa, quando ne aveva già compiuti 15. Tre i reati di cui è accusata: oltre agli atti sessuali con minore, fattispecie di reato che viene contestata in due fasi e forme (prima e dopo che la vittima avesse compiuto 14 anni), c’è anche la violenza sessuale per induzione. Dalla relazione, la scorsa estate la donna ha avuto un figlio la cui paternità – come accertato dall’esame del dna fatto nel corso delle indagini sul neonato – è dell’adolescente. Secondo quanto riferito dal procuratore di Prato Giuseppe Nicolosi la donna avrebbe minacciato il ragazzo, che non voleva più avere rapporti sessuali: in particolare gli avrebbe più volte detto, con messaggi su whatsapp, che se interrompeva la relazione, lei si sarebbe tolta la vita o avrebbe portato il loro figlio nella palestra che frequenta il ragazzino. Che di lei dice: «mi ha rovinato la vita e la carriera di atleta». La donna ora è ai domiciliari per “pericolo di reiterazione del reato” e “pericolo di inquinamento delle prove”. Anche dopo l’avvio dell’inchiesta, partita da una denuncia presentata dai genitori del 15enne il 6 marzo scorso, la 31enne avrebbe tentato nuovi approcci. Inoltre, è stata accertata dalla procura la sua frequentazione di siti con materiale pedopornografico, anche se non risulta che ci siano stati approcci con altri minorenni.
Gli agenti della squadra mobile di Prato hanno notificato un avviso di garanzia anche al marito: l’uomo è indagato per alterazione di stato, reato che descrive la falsa dichiarazione di paternità dell’uomo che sapeva – come emerge dalle indagini e dalle sue stesse ammissioni – di non essere il padre biologico del neonato. Perquisita nuovamente l’abitazione della coppia, che ha un altro figlio di 10 anni, e sequestrato altro materiale. Nelle 33 pagine dell’ordinanza del giudice si ripercorrono molti aspetti della vicenda, come la «prima volta» tra l’arrestata e il minorenne. Particolari che il 28 febbraio scorso l’adolescente si decide a raccontare al responsabile della sua attività sportiva. La donna gli dava ripetizioni d’inglese, in accordo con i genitori, pur non essendo una docente. Durante una di queste lezioni lui aveva un forte mal di testa e per questo era sdraiato sul suo letto. La donna, a quel punto, secondo il racconto, ne avrebbe abusato. “Non sapevo cosa stava accadendo” «perchè era la prima volta», afferma. Secondo la procura questo episodio è databile a un periodo in cui il ragazzo aveva 13 anni. Altri rapporti – chiarisce l’ordinanza tramite migliaia di messaggi Whatsapp acquisiti – sarebbero poi seguiti sia in casa dell’adolescente che in quella della donna: «per me sei la malattia ma anche la cura» gli scrive quando il rapporto era ormai incrinato.
Il ragazzo sarebbe venuto a sapere di essere padre del bambino nel dicembre 2017: la donna glielo avrebbe rivelato quando era incinta di pochi mesi. Inoltre in più occasioni le avrebbe rivelato, nell’ambiente della palestra che era frequentata sia dal proprio primo figlio (al quale avrebbe rivelato la verità come racconta un testimone) che dalla presunta vittima del reato, «di aver avuto il secondo bambino da una relazione extraconiugale», e che il padre era «un iscritto a quella palestra». Nell’ordinanza il giudice dice che – in fase di interrogatorio – avrebbe negato di aver avuto rapporti sessuali con il minore fino al compimento del suo quattordicesimo anno di età, «in quanto cosciente della disposizione di legge in materia». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA