Fabrizio Corona urla in aula contro pm. Dopo si scusa: «Sono stanco»

Di Redazione / 16 Novembre 2017

MILANO –  Prima l’attacco con urla e rabbia nei confronti del pm e poi le scuse, la difesa decisa ma educata e rispettosa. E’ un Fabrizio Corona “bifronte”, come ultimamente si era già visto in altre occasioni, quello che oggi ha parlato per oltre un’ora davanti ai giudici della Sezione misure di prevenzione di Milano che dovranno decidere se confiscare o meno la sua casa di via de Cristoforis, nella zona della movida milanese, già sotto sequestro assieme a quei 2,6 milioni di euro in contanti, trovati in parte in Austria e in parte in un controsoffitto.


Poco dopo l’avvio dell’udienza è andato in scena il consueto scatto d’ira. «Ma che domanda è? Me le faccia a me le domande!», ha gridato contro il pm Alessandra Dolci nel corso dell’ audizione di un testimone, Marco Bonato, amico dell’ex ‘re dei paparazzì e presunto intestatario fittizio dell’appartamento, anche indagato per riciclaggio per quella vicenda in un’inchiesta dei pm di Locri. Dolci ha ribattuto subito rivolgendosi ai giudici: «E’ inaccettabile, non si può rivolgere così al pm, chiedo che venga allontanato». Il presidente del collegio Gaetana Rispoli ha solo chiesto “cortesemente» a Corona di «evitare questo atteggiamento, mai visto in quest’aula», senza espellerlo. Intanto, Bonato ha riferito che fece da «intestatario fiduciario» della casa perché Nina Moric, all’epoca moglie dell’ex agente fotografico, «quella mattina al telefono mi implorò di andare a Reggio Calabria e intestarmi la casa, perché lui era stato arrestato la notte prima (nel 2008 per la vicenda dei soldi falsi, ndr) e lei era a casa distrutta con un bambino».


Le dichiarazioni dell’ex “fotografo dei vip”, poi, sono iniziate con le scuse al pm «che stimo» e hanno virato anche sul personale e sulla sua condizione «ingiusta» di carcerato. «Sono stanco, ho 44 anni, non ho più voglia di fare le guerre, non cerco più la ribalta mediatica, io oggi non ho una vita perché l’ho sprecata tutta a lavorare» ha detto. Un intervento-fiume con il quale Corona, con i suoi avvocati Ivano Chiesa e Luca Sirotti, ha voluto dimostrare che la casa venne acquistata dalla sua società Fenice srl senza irregolarità. L’ex agente fotografico non ha risparmiato commenti del tipo: “Mps e Etruria hanno fatto 500 milioni di debiti, hanno truffato i cittadini onesti e a loro non hanno sequestrato nulla». Ha rivendicato, infine, che le sue società negli anni hanno «fatturato 17 milioni e ci ho pagato sopra 9 milioni di tasse, non ho portato i soldi all’Isola di Man, io ho sempre e solo lavorato, avevo una bella donna appariscente e poteva sembrare facessi la bella vita, ma ero al lavoro anche quando mi hanno arrestato” nell’ottobre 2016. Il 19 dicembre parleranno pm e difesa e poi arriverà la decisione dei giudici.

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Tag: corona magistrati milano sequestro udienza