Roma – Si chiama “Italia Veloce” ed è uno dei pilastri del decreto Semplificazioni approvato dal governo nella notte. Si tratta del piano presentato dal ministro delle Infrastrutture, Paola De Micheli, come segnale della volontà del governo di avviare la ripresa economica, proprio nel giorno in cui la Commissione europea annuncia che il Pil italiano nel 2020 crollerà dell’11,2%. Il risultato peggiore di tutta l’Unione. “Italia Veloce” indica 130 opere prioritarie che comprendono strade, autostrade, ferrovie e dighe. Il piano vale 196,7 miliardi di cui poco più di 131 miliardi già disponibili e oltre 65 di fabbisogno. Per trovare le risorse che mancano, probabilmente, bisognerà attingere al Recovery Fund la cui approvazione, se tutto andrà bene, è attesa con l’eurovertice della prossima settimana. Dei quasi 200 miliardi di spesa previsti, circa 113 miliardi sono destinati alle ferrovie e ai nodi urbani, 54 a strade e autostrade, quasi 21 al trasporto nelle città metropolitane, 5,1 miliardi ai porti e 3,1 miliardi agli aeroporti. L’obiettivo del piano, come spiegato da De Micheli, è quello di ridurre le diseguaglianze e di non trascurare alcuna Regione.
Un altro segno di ostilità ideologica si vede sulla Tav per la quale è nota l’avversione dei Cinquestelle. Per il collegamento Torino-Lione non è previsto il commissario. Vuol dire che la realizzazione dell’opera proseguirà con la procedure normali per quanto rese più veloci dal decreto semplificazioni. Ci sarà invece il commissario per le nove dighe in Sardegna. Nell’elenco delle opere ci sono due grandi opere che in questi anni sono state al centro di violentissime polemiche. Vale a dire il Mose di Venezia e la Gronda di Genova. A questo proposito, vale ricordare che il sistema di sicurezza della laguna è sostanzialmente completato tanto che sono partiti i collaudi. Quanto alla Gronda (l’autostrada che alleggerirà il traffico commerciale su Genova) valgono le parole del presidente della Regione Giovanni Toti: “Si tratta di un progetto che ha tutte le coperture di legge e finanziarie. Non serve un provvedimento di legge a farlo partire, basta una firma del ministro De Micheli”. Tra le opere ferroviarie figura il raddoppio della Codogno-Cremona-Mantova; il completamento dei lavori del nodo ferroviario di Genova e il collegamento dell’ultimo miglio tra il Terzo Valico dei Giovi e il porto del capoluogo ligure.
Nelle situazioni più critiche si interverrà velocemente con i commissari, che saranno nominati per 36 opere infrastrutturali segnalate dal Mit e per un’altra decina di casi (come scuole o ospedali) individuati dagli altri ministeri. La difficile mediazione che ha portato alla preparazione del progetto, si vede già nella scelta delle opere da finanziare. Per esempio non c’è il Ponte di Messina che, negli ultimi giorni era sembrato risorgere dalle ceneri come simbolo della svolta. L’opposizione dei movimenti ambientalisti, che segna trasversalmente tutta la maggioranza, ha lasciato il Ponte in naftalina. Un buco che certamente toglierà efficacia ad altre due grandi opere previste dal piano. Vale a dire il potenziamento della linea ferroviaria tra Salerno e Reggio Calabria e il piano dell’Alta Velocità in Sicilia lungo la direttrice Palermo-Messina-Catania. Inoltre è previsto il raddoppio sulla Palermo-Trapani via Milo. I treni veloci in entrata e uscita dalla Sicilia, perderanno gran parte della loro efficienza al momento della traversata dello Stretto. Senza contare, ovviamente, i problemi tecnici: a differenza dei vagoni normali i convogli dell’Alta Velocità sono più difficili da scomporre e quindi bisognerà attrezzare una nuova famiglia di traghetti per ospitarli.
Previsto anche il raddoppio della Genova-Ventimiglia e della Pontremolese che unisce La Spezia e Parma. Prevista la chiusura dell’anello ferroviario di Roma. In Veneto ci sarà il potenziamento della linea Fortezza-Verona e della Venezia-Trieste. Verrà realizzata la linea Roma-Pescara e sarà ultimato il raddoppio Pescara-Bari, così come il collegamento Napoli-Bari. Nuova di zecca la Ferrandina-Matera La Martella in Basilicata. Ci sono poi il potenziamento tecnologico e gli interventi infrastrutturali della linea Taranto-Metaponto-Potenza-Salerno. Infine, tre le opere stradali e autostradali compaiono la A24-A25 che collegano Roma e Teramo, la statale 106 Ionica, la Catania-Ragusa. Infine il completamento della Orte-Civitavecchia con la nuova tratta Monte Romano-Civitavecchia; la Tarquinia-San Pietro in Palazzi; la Roma-Latina; il potenziamento a 4 corsie della via Salaria; il Ponte ad Albiano Magra (di competenza dell’Anas crollato in provincia di Massa Carrara ad aprile scorso) e la Grosseto-Fano.