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Divorzio, la Cassazione: «Assegno tenga conto anche del tenore di vita»
ROMA – Nello stabilire l’assegno di divorzio «si deve adottare un criterio composito» che tenga conto «delle rispettive condizioni economico-patrimoniali» e «dia particolare rilievo al contributo fornito dall’ex coniuge» al «patrimonio comune e personale, in relazione alla durata del matrimonio, alle potenzialità reddituali future ed all’età». Lo hanno stabilito le Sezioni Unite della Cassazione sciogliendo un conflitto di giurisprudenza dopo che la sentenza Grilli aveva escluso il parametro del «tenore di vita».
Secondo gli ermellini «all’assegno di divorzio deve attribuirsi una funzione assistenziale e, in pari misura, compensativa e perequativa». Precisa la sentenza che, «ai fini del riconoscimento dell’assegno, si deve adottare un criterio composito che, alla luce della valutazione comparativa delle rispettive condizioni economico-patrimoniali, dia particolare rilievo al contributo fornito dall’ex coniuge richiedente alla formazione del patrimonio comune e personale, in relazione alla durata del matrimonio, alle potenzialità reddituali future ed all’età dell’avente diritto. Il parametro così indicato si fonda sui principi costituzionali di pari dignità e di solidarietà che permeano l’unione matrimoniale anche dopo lo scioglimento del vincolo».
La sentenza sottolinea infine che «il contributo fornito alla conduzione della vita familiare costituisce il frutto di decisioni comuni di entrambi i coniugi, libere e responsabili, che possono incidere anche profondamente sul profilo economico patrimoniale di ciascuno di essi dopo la fine dell’unione matrimoniale».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA