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Da lunedì forse a pranzo con gli amici e via libera alle seconde case

Di Matteo Guidelli |

ROMA – Da lunedì potremo probabilmente ricominciare ad andare a pranzo o a cena fuori con gli amici, seppur distanziati. E potremo tornare nelle seconde case, purché siano nella regione di residenza. Dopo oltre due mesi di assenza di vita sociale e in vista dell’apertura di bar, ristoranti e negozi prevista per il 18 maggio, il governo potrebbe cancellare altri divieti imposti con il lockdown. Un ulteriore passo verso una parvenza di normalità, che non sarà in ogni caso più quella di prima visto che resteranno e a lungo il distanziamento sociale e il divieto di assembramento, mentre per muoversi tra le diverse Regioni bisognerà attendere l’inizio di giugno.

L’ipotesi è sul tavolo del governo: dal nuovo Dpcm, che dovrebbe arrivare venerdì, potrebbe infatti sparire sia il vincolo che consente gli spostamenti solo per far visita ai congiunti, oltre che per motivi di necessità, lavoro e salute, sia il divieto di andare nelle seconde case, dove oggi è possibile recarsi solo se vi abita un congiunto o se ci sono dei lavori indifferibili da fare. Ma una decisione definitiva non è ancora stata presa, soprattutto per quanto riguarda il vincolo dei congiunti: l’eliminazione della misura, evidentemente, consentirebbe anche agli amici di incontrarsi, nelle abitazioni ma anche in bar e ristoranti. E su questo la discussione è ancora aperta con alcuni ministri e parte della maggioranza che spingerebbero affinché il vincolo rimanga e altri, come Italia Viva, che invece chiede esplicitamente la fine «della stagione dell’autocertificazione» e delle limitazioni delle libertà.

Ma a condizionare le scelte saranno anche i numeri e i 21 criteri definiti dal ministero della Sanità per individuare l’indice di rischio di ciascuna regione. E in attesa dei dati relativi all’andamento della curva dei contagi a partire dal 4 maggio, giorno dell’allentamento delle misure, un per ora piccolo campanello d’allarme arriva dal bollettino quotidiano della Protezione Civile.

Le terapie intensive continuano a scendere, così come il numero degli attualmente positivi, e quello delle vittime si mantiene stabile e per il quarto giorno consecutivo è sotto le duecento, ma dopo giorni in calo è tornato a salire l’incremento giornaliero dei casi totali: 1.402 contro i 744 di ieri. E’ vero che nel totale sono compresi 419 casi riconteggiati dalla Lombardia e riferiti alle settimane precedenti. Però è anche vero che senza quelli c’è comunque un aumento di 239 casi a livello nazionale. Inoltre, la Lombardia fa segnare in incremento di 614 casi, quasi il doppio rispetto a ieri e quasi la metà del totale italiano.

E’ anche questo il motivo per il quale all’interno del governo si procede con la massima cautela e prudenza. Vale per il vincolo dei congiunti, vale per le seconde case e vale per gli spostamenti tra le Regioni, il prevedibile prossimo terreno di confronto tra l’esecutivo e i governatori. La data più probabile per la fine del divieto è il 1 giugno, anche perché è evidente a tutti che senza la mobilità interregionale non potrà mai ripartire il turismo. Ma anche su questo non c’è niente di deciso tanto che il ministro per le Autonomie Francesco Boccia ha ripetuto anche oggi che il governo si prenderà almeno ancora una settimana prima di cominciare a valutare. Anche in questo caso, il monitoraggio sarà fondamentale e non è escluso che si parta con una mobilità tra regioni limitrofe o per macroaree e dopo altri 14 giorni si allarghi a tutta Italia.

L’altro fronte di confronto – e probabile scontro – sono le linee guida messe a punto dall’Inail per balneazione e ristorazione. Le associazioni delle imprese, in un incontro con il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli le hanno definite «insostenibili» visto che ridurrebbero di un terzo i posti nei ristoranti e ancora di più sulle spiagge. E la Fiepet, l’associazione delle imprese di somministrazione Confesercenti parla di regole «del tutto inapplicabili».

Il ministro, secondo quanto si apprende, ha spiegato comunque che si tratta di un contributo tecnico e che la decisione finale spetta alla politica. Varrà quello che ci sarà scritto nel Dpcm, in sostanza. Certo è che il documento degli esperti lascia pochi margini di manovra: in spiaggia ad esempio, dovrà valere il distanziamento sociale anche per i bambini, dovranno essere chiuse le piscine e vietato ogni tipo di gioco, dovranno essere distanziati di due metri anche i lettini sul bagnasciuga. E’ la stessa distanza che dovrà esserci tra i tavoli al ristorante, a meno che non ci siano barriere di plexiglass tra l’uno e l’altro. Non proprio il massimo del piacere, per una cena tra amici.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA