Covid, l’Italia torna arancione fino a Capodanno: cosa riapre e come ci si può muovere

Di Redazione / 27 Dicembre 2020

ROMA – Nell’euforia da Vaccine Day si chiude la prima fase di zona rossa di Natale, iniziata il 24 dicembre, e per l’Italia ci sono ora tre giorni arancioni, fino alla vigilia di Capodanno, con negozi aperti fino alle ore 21 e spostamenti nel Comune, dalle 5 alle 22, senza autocertificazione. Dai piccoli Comuni (fino a 5mila abitanti) ci si può spostare in un raggio di 30km, senza poter andare nei Comuni capoluoghi di provincia. Bar e ristoranti restano chiusi ma restano consentiti l’asporto (fino alle ore 22) e leconsegne a domicilio (senza restrizioni).

Le forze dell’ordine intanto aumentano controlli e sanzioni – oltre 64 mila a Santo Stefano, con 969 multe – e l’ultimo giorno di lockdown morbido natalizio consegna dati dell’epidemia ancora condizionati dai giorni festivi, ma con un tasso di positività quasi al 15%, in rialzo di altri due punti. Insomma sottotraccia la curva dei contagi non è affatto congelata come il vaccino nei frigoriferi prima dell’uso; per saperne di più – secondo gli esperti – bisognerà aspettare forse martedì, con un ritorno domani a un numero di tamponi forse più significativo. Oggi sono stati riportati meno di 60 mila test delle 24 ore precedenti.

Sono state invece 64.119 le persone controllate il 26 dicembre da polizia e carabinieri nell’ambito delle verifiche per il rispetto dei divieti introdotti con il decreto del 18 dicembre, secondo i dati del ministero dell’Interno. Di queste persone 969 sono state sanzionate per violazioni, 8 denunciate per aver infranto la quarantena in casa. Sono state invece 11.594 le verifiche sulle attività e gli esercizi commerciali, che hanno portato alla chiusura di 5 negozi e a sanzioni per 30 titolari.
«Anche a Santo Stefano i controlli sono stati numerosi, le sanzioni pari all’1,5% – dice il viceministro dell’Interno Matteo Mauri -. Il rispetto delle regole da parte dei cittadini è stato molto alto. È questo il modo migliore per garantire sicurezza a tutti e per scongiurare una terza ondata. Ora siamo concentrati sulla giornata di Capodanno. Anche qui sarà necessario mantenere le stesse precauzioni e le stesse cautele di questi giorni». Il timore è l’effetto che le festività avranno sulla curva dei contagi, innescando o meno la temuta terza ondata (o una recrudescenza della seconda). Oggi si registrano meno di 9 mila tamponi positivi e 305 vittime (compresi i dati dell’Alto Adige non comunicati sabato), per un totale dei morti di Covid arrivato al numero sempre più spaventoso di 71.925. Ma nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute, ci sono solo due pazienti in terapia intensiva in meno tra ingressi e uscite (la Campania come sempre non comunica gli ingressi giornalieri) e 267 ricoverati con sintomi in più nei reparti ordinari. Per il secondo giorno di fila aumentano gli attualmente positivi, i malati, stavolta di quasi mille unità. Per quanto da prendere con le pinze in giornate super festive, i numeri dicono che il Veneto riporta altri 3.337 casi e un tasso di positività al 25,97%, 10 punti sopra il dato nazionale.

Per il presidente della Regione Luca Zaia «la verità è che noi facciamo molti tamponi molecolari e rapidi, ma se tutti i positivi vengono ‘caricatì solo sui molecolari viene fuori una percentuale alta. Il Ministero ha detto che modificherà questo guaio». Secondo le autorità sanitarie venete il tasso reale di positività – considerando anche i test rapidi – a dicembre sarebbe dell’8%. Ma la zona gialla non sembra davvero aver giovato alla Regione considerata un modello nella prima ondata.

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