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Bonafede e il volo di Stato da Napoli a Roma costato 10 mila euro

Di Redazione |

Un volo di Stato costato 10 mila euro per percorrere i duecento chilometri che separano Napoli da Roma. L’aereo di Stato, un Falcon, è decollato lo scorso 27 febbraio da Napoli per atterrare a Roma per motivi di «sicurezza» ha rivelato il quotidiano Il Tempo. A bordo c’èera il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. 

Il guardasigilli si è difeso: «E’ stato necessario ricorrerci perché era in corso alla Camera la votazione finale della conversione in legge del decreto sulle intercettazioni promosso proprio dal ministro» ha spiegato al quotidiano romano. Bonafede in quella giornata del 27 febbraio ha partecipato a un vertice Italia-Francia. Vertice «lasciato anticipatamente alle 18,30 circa» affinché «gli consentisse di essere presente in aula prima del definitivo voto finale sul suo provvedimento previsto da programma dei lavori parlamentari per le 20».

Ma secondo Il Tempo quel 27 febbraio il ministro della Giustizia non è stato presente né alla firme dei documenti tra Italia e Francia né alla fine della seduta sul dl intercettazioni alla Camera e infatti essendo stato assente a tutte le votazioni e anche al momento in cui il governo doveva fornire il suo giudizio finale, non gli è stata data la parola come lui aveva chiesto arrivando trafelato dopo la votazione.

«L’utilizzo del volo di Stato da parte del ministro Bonafede per un viaggio Napoli-Roma, rivelato dal quotidiano Il Tempo, è solo l’ultimo di una lunga serie di episodi che confermano le contraddizioni del Movimento 5 stelle al governo. Dopo anni di campagne di odio, anche con profili diffamatori, sull’utilizzo dei voli di Stato da parte di premier e ministri, una volta al potere anche i cinque stelle hanno fatto esattamente come i predecessori, il premier Conte viaggia esattamente con lo stesso aereo usato da tutti i presidenti del Consiglio, ed è giusto che, per motivi di sicurezza, di tempo o semplicemente di organizzazione, i membri del governo viaggino sugli aerei di Stato. Ora, però, Bonafede e i cinque stelle dovrebbero chiedere scusa per anni e anni di falsa propaganda che ha solo alimentato rancore sociale» ha scritto su Facebook il deputato di Italia Viva Michele Anzaldi.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA