Bimbo ucciso: nuova perizia, se soccorso si poteva salvare

Di Redazione / 16 Marzo 2022

NAPOLI, 16 MAR – Dal dibattimento in primo grado era
emerso che non si sarebbe potuto salvare Giuseppe Dorice, il
bimbo di 6 anni ucciso dalle bastonate inferte dal patrigno a
Cardito, in provincia di Napoli, il 27 gennaio 2019. Ma ora una
nuova perizia, disposta dalla seconda sezione penale della Corte
di Assise di Appello di Napoli posticipa l’ora della sua morte e
ribalta questa tesi che potrebbe ora aggravare la posizione
della madre la quale, chiamando i soccorsi, quindi, avrebbe
potuto salvare suo figlio.
Sulla base dei risultati dell’esame autoptico analizzati durante
il primo grado di giudizio si era ritenuto che il decesso
causato dai danni inferti fosse sopraggiunto a distanza di una
mezz’oretta dalle percosse, dopo un’emorragia e un periodo di
coma. Con la nuova perizia si ritiene invece che la morte del
piccolo sia sopraggiunta a distanza di 5-6 ore dall’ultima
aggressione (ne aveva subita una anche la sera prima). I due
consulenti nominati dall’autorità giudiziaria, che ha accolto le
richieste del legale di Badre, l’avvocato Pietro Rossi (il quale
ha sempre sostenuto che il calcolo dell’ora della morte del
piccolo fosse errata) ritengono anche che la morte non sia stata
causata, come finora ritenuto, da un danno assonale diffuso
“determinato dai ripetuti colpi inferti sul cranio anche con
mezzi contundenti che ne avrebbe causato il decesso con
fenomenologia di eventi rapida e infausta”. Giuseppe sarebbe
invece sarebbe morto “per arresto cardio-respiratorio a seguito
di lesione diretta del tronco-encefalico, sede anatomica dei
relativi centri nervosi regolatori”. Tutto preceduto, secondo i
testi di neurologia citati nella perizia, da sopore, torpore,
assenza di reattività agli stimoli esterni e dolorosi fino a uno
stato di coma con deficit motorio.

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Tag: Bimbo ucciso