Italia
Applausi e polemiche per Zelensky alla Camera tra l’elogio di Draghi e alcune poltrone vuote
Da un lato l'accoglienza del premier italiano che ha lodato l’«eroismo» e la "dignità" del popolo ucraino contro l'invasione russa, dall'altro lato l’assenza dall’aula di alcuni parlamentari
Applausi quasi unanimi, ma anche qualche distinguo e le immancabili polemiche dopo il discorso, pronunciato in videoconferenza, del presidente ucraino Zelensky davanti alle Camere riunite in seduta comune. Zelensky, accolto da una standing ovation dai parlamentari, ha ricevuto l’omaggio del premier Mario Draghi che ha elogiato l’«eroismo» e la "dignità" del popolo ucraino che resiste contro l’invasione russa, mentre sul terreno la situazione non sembra essere sostanzialmente cambiata: proseguono i bombardamenti delle città ma senza avanzate significative dei russi.
In un discorso di 12 minuti, il presidente ucraino ha denunciato che l’invasione russa «sta distruggendo le famiglie mentre la guerra continua a devastare città ucraine», comparando la città portuale di Mariupol – sotto assedio da settimane – con Genova: «Immaginate Genova completamente bruciata», ha detto ai parlamentari, prima di avvertirli che «l'Ucraina è il cancello per l’esercito russo e loro vogliono entrare in Europa, ma la barbarie non deve entrare». Nessuna richiesta di una no-fly zone assicurata dalla Nato, come invece avvenuto davanti ad altri Parlamenti, ma l’auspicio di «altre sanzioni, altre pressioni». Gli subito ha risposto Draghi, che ha definito «eroica» la resistenza degli ucraini all’invasione. «L'Italia – ha detto – ha ammirato il coraggio, la determinazione, il patriottismo del presidente e del popolo ucraino», sottolineando che «davanti all’inciviltà non ci giriamo dall’altra parte, a chi scappa dalla guerra dobbiamo offrire accoglienza e di fronte ai massacri dobbiamo rispondere con aiuti, anche militari, alla resistenza». Il ministro degli Esteri Di Maio ha invece evidenziato che «ogni popolo al mondo merita di vivere nella pace e nella libertà. E lo merita anche l’Ucraina», assicurando "massimo appoggio alla resistenza del popolo ucraino". E intanto in gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il decreto 'Ucraina-bis' che stanzia oltre mezzo miliardo di euro per l'accoglienza e l’assistenza sanitaria dei profughi ucraini in Italia.
Non mancano anche le polemiche, per l’assenza dall’aula di alcuni parlamentari, e per la presa di posizione del presidente della commissione Esteri del Senato, Vito Petrocelli (M5s) che ha chiesto il ritiro dei Cinque Stelle dal governo "interventista, che che vuole fare dell’Italia un paese co-belligerante». Iv ne ha chiesto immediatamente le dimissioni, la capogruppo del M5s al Senato, Mariolina Castellone, ha tentato di gettare acqua sul fuoco: «Una posizione personale, vedremo come voterà sul decreto Ucraina».
Toni accesi anche per i seggi vuoti di alcuni rappresentanti dei partiti. Il segretario del Pd Enrico Letta ha condannato la "disonorevole scelta» di non esserci, quello della Cisl, Luigi Sbarra, ha parlato di «comportamento vergognoso», il leader della lega Salvini ha giustificato la mancata presenza di Simone Pillon: «È a Londra per lavoro». Poi ha commentato le parole di Zelensky: «Quando si parla di armi non riesco a essere felice», lodando invece l’iniziativa di Papa Francesco che ha telefonato al leader di Kiev, il quale lo ha invitato in Ucraina perché «il ruolo di mediazione della Santa Sede nel porre fine alla sofferenza umana sarebbe accolto con favore». Anche l'ambasciatore ucraino presso la Santa Sede, Andryi Yurash, ha sottolineato che «una visita del Santo Padre in Ucraina sarebbe estremamente importante, proprio per dare supporto al nostro Paese in questa tragedia». A Mosca intanto la Duma ha approvato in terza lettura la legge che prevede pesanti sanzioni per chi pubblica «notizie false» sull'attività all’estero del Paese. E la giornalista Marina Owsiannikowa che ha avuto il coraggio di protestare in tv, con un cartello contro la guerra, ha raccontato di non poter più usare i social media: «I colleghi hanno paura di parlare con me, in Russia è diffuso e percepibile un sentimento di paura, siamo in una situazione molto pericolosa».
In merito alla situazione sul campo, sempre Zelensky ha annunciato che «le forze russe hanno rallentato la loro avanzata» e il suo esercito dice di aver riconquistato Makariv, a 60 km della capitale. Le bombe però continuano a cadere su Mariupol, la contraerea è tornata in azione a Odessa e secondo Kiev sarebbero già una decina gli ospedali completamente distrutti nel paese. L’ambasciata Usa denuncia che le forze russe hanno «rapito» 2.389 bambini da Donetsk e Lugansk. Il ministero britannico della Difesa sostiene che i russi hanno registrato «progressi limitati, con il grosso delle forze in gran parte in stallo» e il Pentagono parla di «contrattacchi delle forze dell’Ucraina contro Mosca» e dice che «i russi sono in difficoltà». Per Kiev le truppe d’invasione «hanno scorte di munizioni e cibo per non più di tre giorni». E secondo il capo di Stato Maggiore italiano, l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, a combattere in Ucraina ci sono soldati «giovani e poco motivati» e fra le fila russe «si calcolano intorno a 15mila perdite». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA