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Apache La Russa, indagato per stupro anche l’amico dj

Di Igor Greganti e Francesca Brunati |

Un altro nome si è aggiunto nel registro degli indagati della Procura di Milano per il caso dei presunti abusi denunciati a fine giugno da una 22enne che, dopo una notte trascorsa a maggio nel club Apophis, locale esclusivo in centro città, si sarebbe risvegliata senza ricordare nulla, a suo dire, nel letto di Leonardo Apache La Russa, il terzogenito del presidente del Senato Ignazio.

Oggi, anche a garanzia per tutti gli accertamenti necessari che dovranno esser svolti, è stato iscritto per violenza sessuale anche il dj 24enne Tommy Gilardoni, amico del figlio dell’esponente di Fratelli d’Italia.

Anche lui sarebbe rientrato a casa La Russa quel mattino del 19 maggio, dopo aver suonato, tra l’altro, nel corso della serata in discoteca, in cui si alternavano tre dj. La 22enne, nella denuncia arrivata il 3 luglio sul tavolo dell’aggiunto Letizia Mannella e del pm Rosaria Stagnaro, ha scritto di avere «ricordi della notte vaghi» perché «drogata». L’unico «dato certo», ha messo nero su bianco, «è che Leonardo mi ha dato un drink, mi ha portato a casa sua, senza che io fossi nelle condizioni tali da poter scegliere» e, quando lei si è svegliata, lui «ha ammesso di aver avuto rapporti sessuali, lui e l’amico, sempre a mia insaputa».

La ragazza, ex compagna di liceo di La Russa, aveva fatto riferimento nella querela a tale «Nico», così l’aveva chiamato riportando parole di Leonardo, stando alla sue versione, e anche per questo investigatori e inquirenti hanno avuto problemi per giorni ad identificare l’altro ragazzo che avrebbe dormito nell’abitazione, ma in un’altra camera.

Nelle scorse ore, nelle indagini condotte dalla Squadra mobile, si è arrivati alla precisa identificazione di quel dj che lavora in un club di Londra e che anche al momento si troverebbe all’estero. Identificato con certezza ieri sera anche grazie ad una serie di elementi raccolti nell’inchiesta, tra cui l’analisi di alcuni contatti telefonici e le testimonianze che proseguono da giorni, anche di altri ragazzi che erano presenti alla festa all’Apophis del 18 maggio.

Gli inquirenti hanno deciso di contestare pure a lui l’accusa di violenza sessuale e di non optare per un’imputazione di abusi di gruppo a carico di entrambi, anche perché le indagini dovranno appurare non solo se la ragazza sia stata violentata in stato di incoscienza, come lei ha raccontato, ma anche se quelle violenze siano avvenute in fasi diverse.

Intanto, un altro passo dell’indagine saranno le operazioni tecniche, previste per le prossime ore, necessarie per effettuare la copia forense del telefono sequestrato venerdì scorso a La Russa junior. Le verifiche, alla ricerca di video, foto, messaggi e telefonate sui social utili per le indagini, riguarderanno solo il cellulare, che è stato accertato essere nella disponibilità del giovane. E non la Sim che è stata, invece, restituita dagli inquirenti in quanto non oggetto del sequestro, essendo intestata allo studio legale del padre.

Per l’eventuale sequestro della Sim, se sarà necessario, i pm dovranno inoltrare una richiesta alla Giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato. Ad ogni modo, pure gli accertamenti sul telefono verranno effettuati, come ha precisato nel decreto la Procura, «con esclusione» nelle analisi «di comunicazioni» coperte dall’articolo 68 della Costituzione, ossia le garanzie previste per i parlamentari.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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