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SMART DONOR: L’AVIS PROVINCIALE DI CATANIA CHIAMA A RACCOLTA I DONATORI TRAMITE APP

Di Assia La Rosa |

Ci sono bisogni che non vanno in ferie: così, proprio quando l’estate rischia di trascinarsi dietro – insieme alla voglia di vacanze – un calo di attenzione sul tema della donazione del sangue, occorre sensibilizzare con forza i cittadini. Come? Ad esempio, con un’App che ricordi di andare a donare prima delle partenze. Il progetto è l’ultima novità presentata dall’Avis Provinciale di Catania: si chiama Smart Donor ed è un’applicazione made in Sicily ideata per migliorare il processo di comunicazione tra l’associazione e i donatori, soprattutto nei momenti di emergenza. Tramite una piattaforma web consente di ricevere sullo smartphone promemoria sul proprio status di donatore, tante utilità come i referti delle analisi, inviti e comunicazioni per richieste o emergenze, l’elenco delle convenzioni per i soci e anche gli auguri per il compleanno.

«Un canale per accorciare le distanze e far dialogare Avis con tutti i suoi donatori, come in una vera community, con un’interazione che oltrepassa i confini del 2.0» spiega Carlo Sciacchitano, medico del lavoro e presidente dell’Avis provinciale etnea. Smart Donor, ideata dalla startup Moodika dei nisseni Fulvio Miraglia e Marco Cannemi, è stata appena premiata dal programma europeo EIT Health InnoStars con un contributo di 50mila euro ed è già in uso nelle sedi di Acireale, Mascali, Biancavilla, Viagrande, Mineo, Ramacca, Palagonia, Scordia, Caltagirone e San Cono, con l’obiettivo che entro l’anno tutte le Avis della provincia etnea si dotino dell’App.

Uno strumento in più per organizzare la donazione sul territorio, date anche le criticità del periodo estivo. «Ad agosto non c’è una maggiore richiesta di sangue – precisa Sciacchitano – i due fattori che incidono sono quello psicologico dell’effetto ferie e l’oggettivo spopolamento dei donatori, dalle città alle zone turistiche». Al contrario, il fabbisogno di sangue – che per la Sicilia ammonta a oltre 200mila sacche l’anno, di cui circa 46mila destinate ai soli 2.700 pazienti talassemici dell’Isola – richiede una raccolta continua, necessaria per permettere alle associazioni una corretta programmazione. Se infatti «per il 2018 la regione è stata autosufficiente» – grazie anche a territori quali la provincia di Ragusa che supplisce con un apporto di emocomponenti alle carenze di aree non autonome come Catania – dobbiamo sempre tenere alta l’attenzione. «L’autosufficienza – sottolinea il presidente – è qualcosa di fluido. Ci sono molteplici variabili che possono destabilizzare un equilibrio: come una donna che rimane incinta o un donatore che subisce un intervento chirurgico. Per questo occorre sempre reclutare nuovi donatori».

C’è anche un altro dato da considerare: «Tanta gente ancora si spaventa, magari semplicemente per paura dell’ago» aggiunge il dottor Sciacchitano, mentre racconta che a 18 anni fu proprio il desiderio di rendersi utile per la comunità vincendo questa fobia a spingerlo a diventare donatore.

L’App è solo uno dei progetti in cantiere di Avis Provinciale Catania, che mira ad essere ancora più vicina e connessa con i donatori periodici ma anche con chi vorrebbe diventarlo. È infatti in corso una campagna radiofonica di sensibilizzazione che proseguirà fino a Natale e lo stesso presidente ha rivolto una chiamata alle associazioni etnee per innovare la comunicazione, sia interna che esterna, attraverso la tecnologia, l’uso dei social e una formazione mirata dei dirigenti delle sedi. Tutto ciò nell’ottica di migliorare la visibilità di Avis, realtà che in Sicilia raccoglie già l’85% dei donatori di sangue. Un’altra novità sarà la nascita del Gruppo Giovani Provinciale con cui verrà lanciata la convenzione unica con le attività che esporranno il logo rosso e blu per dire: “io sto con Avis”. Il fine è formare una rete tra soci, sedi e tessuto produttivo dei territori: «Anche questo è diffusione della cultura: veicolare un logo carico di valore positivo». Perché la donazione, come ricorda Sciacchitano, è innanzitutto una questione culturale. «Se un reparto non funziona, te la prendi con il direttore generale dell’ospedale, ma se non c’è sangue dipende solo da te e solo tu puoi invertire la rotta». Per questo l’invito a diventare «donatori di vita» è rivolto a tutti i cittadini dai 18 ai 65 anni che sul sito www.avisprovincialect.it potranno consultare il vademecum e la sede Avis più vicina per donare.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA