Sicilia, PD contesta bando di gara CAS

Di Assia La Rosa / 27 Luglio 2020

Il gruppo parlamentare del Partito Democratico contesta un bando di gara del Consorzio per le Autostrade Siciliane. Si tratta dell’affidamento del “Servizio di presidio antincendio, con impiego di personale qualificato, ex legge 609/96, e di mezzi idonei per lo spegnimento incendio: nelle gallerie della A18 Messina-Catania e A20 Messina-Palermo”.

In un’interrogazione urgente al presidente della Regione Siciliana Musumeci e all’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone i parlamentari regionali De Domenico, Lupo, Arancio, Barbagallo, Catanzaro, Cracolici, Dipasquale e Gucciardi segnalano «la congruità dell’importo a base d’asta della gara, che parrebbe eccessivo anche alla luce della convenzione stipulata dal Consorzio con la Direzione Regionale dei Vigili del Fuoco, nonché la limitata concorrenzialità alla partecipazione alla gara con il conseguente rischio di veder svolgere una gara in assenza di reale concorrenza, alla luce dell’importo della gara vicino ai 9 milioni di euro l’anno, fra i più alti a livello nazionale nell’ambito dei servizi di sorveglianza antincendio». Gli interroganti chiedono di «valutare pertanto la possibile revoca in autotutela della gara medesima in modo da scongiurare le criticità segnalate. Il paradosso è che il servizio svolto dal corpo nazionale dei VVF (ente statale specializzato nel soccorso pubblico e di prevenzione ed estinzione degli incendi) costerebbe oltre la metà di quello posto a base d’asta eseguibile da soggetti privati specializzati. Quasi 3 milioni di euro in più. Le perplessità degli interroganti si estendono anche ai rigidissimi requisiti di partecipazione alla gara».

Inoltre, «l’Amministrazione sembrerebbe aver ristretto oltremodo il perimetro dei requisiti di partecipazione alla gara de qua. La presenza di requisiti così restrittivi, si teme possa limitare la partecipazione alla procedura di gara, rischiando di affidare la stessa alla presenza di 1 o 2 competitor al massimo, i quali peraltro potrebbero essere anche tentati a una partecipazione congiunta in ATI, con ribassi risibili e con grave nocumento alle casse dell’Ente e di conseguenza della Regione».

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Redazione
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