CATANIA – Un’Isola incantevole, ricca di bellezze storiche e naturali. Un territorio avvolto dal mare, da tutelare e monitorare per prevenire i rischi che lo stesso può causare. Il mare entra nella nostra città, nella nostra vita quotidiana, ed è parte integrante dei nostri “spazi” urbani. A tal fine, dunque, occorre sfruttare le nuove tecniche dell’ingegneria, oggi a disposizione per monitorare, gestire e mitigare fenomeni che possono compromettere gli equilibri dell’ambiente costiero. Questo il focus dell’incontro organizzato dall’Ordine e dalla Fondazione degli Ingegneri di Catania, in collaborazione con la Regione Siciliana, con il Dicar (Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura) dell’Università etnea, l’Università Kore di Enna e l’Università di Malta. Oggetto di discussione il progetto “NEWS – Nearchore hazard monitoring and Early Warning System”, frutto del lavoro di Interreg V-A Italia-Malta.
«Si tratta di un incontro di grande interesse per la nostra regione, che per il 60% dei suoi 1600 km di territorio costiero è a rischio di erosione. Effetti non solo della natura: secondo uno studio condotto da Legambiente l’erosione delle coste è fortemente influenzata dal consumo di suolo ascrivibile all’urbanizzazione selvaggia, con una massiccia presenza di abitazioni (per lo più abusive), stabilimenti balneari e turistici, poli industriali e, molto diffuse, strade di lungomare e linee ferrate a pochi metri dal mare. Anche le opere di difesa (frangiflutti e barriere) hanno creato un disequilibrio con il contesto circostante, con perdita di ingenti volumi di spiaggia. Questa profonda cementificazione ha alterato la naturale dinamica litoranea con il rischio che i cambiamenti climatici in atto inaspriscano il fenomeno. Molte attese sono oggi riposte nella attuazione del “Piano Regionale Contro l’Erosione Costiera”, approvato il 16 luglio 2020 dalla Giunta Regionale: uno strumento conoscitivo e tecnico-operativo di oltre 1500 pagine, che con le sue norme risulta fondamentale per puntare al recupero e ad uno sviluppo eco-sostenibile», ha commentato il presidente dell’Ordine Giuseppe Platania
«Un futuro che non è solo nelle nostre mani, ma anche e soprattutto in quelle dei giovani – ha aggiunto il presidente della Fondazione Mauro Scaccianoce – per questo non poteva mancare la presenza delle Università, player strategici nel percorso che segue la direzione dello sviluppo sostenibile. Il Dicar – e con l’occasione ringrazio il direttore Enrico Foti – ormai è parte integrante delle iniziative della Fondazione e dell’Ordine, sempre più consapevoli dell’importanza di fare rete al fine di rendere immediatamente spendibili nel mondo del lavoro le nuove competenze ingegneristiche, oggi in continua evoluzione». Poi ha sottolineato: «Il progetto NEWS rappresenta una novità per il monitoraggio integrato e la possibilità di prevenire inondazioni, salvaguardando territorio e vite umane». Un progetto che «nasce della sinergia transfrontaliera con il territorio maltese, anch’esso a rischio come quello siciliano – ha commentato Marco Sambataro, rappresentante del programma Interreg V-A Italia-Malta – Monitoraggio e controllo integrato sono le novità introdotte in quello che s’inserisce nel più ampio contenitore d’iniziative per la prevenzione dei pericoli provenienti dal mare: un processo volto a dare risposte concrete e ad aprire un ciclo di programmazione per il futuro».
«Siamo felici di prendere parte a un progetto di grande rilevanza per il nostro territorio. Non posso che ringraziare gli organizzatori e gli esperti e illustri relatori», ha concluso il direttore del Dicar Enrico Foti.