Sicon 2021, grandi risultati nell’ultima edizione con oltre 250 partecipanti
«Nuove soluzioni tecnico-operative di bonifica: riconsegnare le aree ai cittadini per nuove opportunità di sviluppo economico»
CATANIA – Siti contaminati, esperienze negli interventi di risanamento, approfondimenti giuridici, economici e tecnico-operativi. Tutto questo è Sicon 2021, il workshop che quest’anno ha visto connessi oltre 250 partecipanti. Giunto alla sua dodicesima edizione, l’appuntamento rappresenta per gli operatori del settore un momento di confronto e di dibattito su un tema di grande interesse, riunendo tutte le eccellenze del settore ambientale, impegnate nel difficile compito del risanamento e messa in sicurezza di molteplici siti: dalle aree industriali e agricole, alle discariche, passando per le falde acquifere e i terreni contaminati.
A organizzare l’evento i gruppi di Ingegneria Sanitaria delle Università degli Studi di Catania, Sapienza di Roma e Brescia, attraverso un percorso sinergico e collaborativo che vede il coinvolgimento dell’ANDIS (Associazione Nazionale di Ingegneria Sanitaria-Ambientale), di GITISA (Gruppo Italiano di Ingegneria Sanitaria-Ambientale) e del CSISA Onlus (Centro Stuti Ingegneria Sanitaria Ambientale) di Catania. Quest’anno, inoltre, il workshop ha visto la co-organizzazione dell’Ordine dei Geologi, dell’Ordine degli Ingegneri di Catania e della sua Fondazione.
«Sono stati tre giorni di grande interesse nel campo delle bonifiche. Quest’anno, a causa della necessaria modalità online, abbiamo dovuto rinunciare a realizzare più sessioni in parallelo, ma questo non ha tolto appeal all’evento, che ha avuto grande risposta da parte dei partecipanti – ha commentato il prof. Federico Vagliasindi dell’Università di Catania, tra i promotori dell’evento – Abbiamo coinvolto esperti del settore, Ordini professionali e, ovviamente, le Università: la ricerca e l’innovazione in ambito ambientale rappresentano un investimento per il futuro. Servono competenze e know-how, e in questa prospettiva gioca un ruolo rilevante il mondo accademico». Una tematica che «dev’essere affrontata con approccio multidisciplinare – ha aggiunto Maria Rosaria Boni della Sapienza di Roma – nelle varie sessioni sono stati presi a modello alcuni casi-studio, che hanno dato ottimi risultati grazie alla ricerca scientifica applicata in questo campo. Raccogliere gli interessanti esiti delle esperienze a diverso titolo, vissute dai numerosi players, consente di avere un ampio quadro per potersi orientare e fare rete con l’obiettivo di superare le criticità del territorio».
«Il successo del workshop è frutto di alcuni elementi fondamentali – ha dichiarato il professore Carlo Collivignanelli dell’Università di Brescia – L’interdisciplinarità della materia e il coinvolgimento di più attori protagonisti; l’ampio spazio che viene dedicato allo studio e alle soluzioni più appropriate per i singoli casi; l’interazione per definire delle proposte per favorire lo sviluppo delle bonifiche».
Nel corso del workshop hanno presenziato anche il direttore generale per il Risanamento Ambientale del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Giuseppe Lo Presti, il responsabile del Dipartimento Acqua e Rifiuti dell’Assessorato dell’Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità della Regione Siciliana Calogero Foti. Per loro, un’occasione per fare il punto della situazione nazionale e regionale delle aree di bonifica e apprezzare i risultati ottenuti grazie alla ricerca scientifica sulle tecnologie di trattamento di suoli, acque sotterranee e sedimenti contaminati.
«La bonifica non è più considerata fine a se stessa – hanno proseguito Vagliasindi, Boni e Collivignanelli – Oggi, infatti, si punta al recupero funzionale delle aree interessate (circa 550 in Sicilia, con particolare attenzione a Gela, Priolo, Biancavilla e Milazzo), con l’obiettivo di restituirle ai cittadini e di creare opportunità di sviluppo economico».
A tal proposito, sabato 13 febbraio 2021 è stata dedicata una sessione speciale sul progetto “Recupero e utilizzo delle ceneri vulcaniche etnee (REUCET)”, coordinato dal prof. Paolo Roccaro e co-finanziato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio del Mare.
Gli Atti del SiCon2021 e del progetto REUCET sono stati pubblicati a stampa dal CSISA.
A fare da contorno al workshop, il concorso fotografico “ViviAmo la Sicilia”: un’iniziativa per far conoscere ai presenti la nostra Isola, seppur in modo virtuale. Tante le foto e i video raccolti che hanno immortalato il mare, la montagna e le numerose ricchezze naturali, artistiche ed eno-gastronomiche della Trinacria.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA