CATANIA – Covid, formazione a distanza, confronto con le istituzioni e gli altri ordini professionali, governo del territorio e programmazione per il futuro: sono questi i temi trattati durante l’ultima Assemblea generale degli iscritti dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Catania, tenutasi a Villa Itria (l’ultima del Consiglio in carica). «Un incontro in presenza tanto atteso e sperato dopo un anno di difficoltà causate dalla pandemia», ha commentato in apertura il presidente dell’Ordine Giuseppe Platania, al tavolo insieme al presidente della Fondazione Mauro Scaccianoce, al segretario dell’Ordine Giuseppe Marano e al tesoriere Giuseppe D’Urso. «L’emergenza Covid 19 – ha spiegato – ha generato una crisi profonda nel tessuto economico e sociale del nostro Paese. Il lavoro autonomo e quello imprenditoriale sono stati colpiti pesantemente e lasceranno tracce profonde, sovrapponendosi a una crisi di sistema già in atto nella nostra professione. Ci sono state ripercussioni anche nelle abitudini di vita, che hanno dettato cambiamenti nei modelli e nei processi lavorativi, rimodulando le modalità tradizionali». Cambiamenti repentini per cui «sarà necessario ripensare e rivedere l’organizzazione produttiva, i luoghi di lavoro e di studio, il sistema dei trasporti e il quadro normativo urbanistico ed edilizio. Questo anche in vista degli obiettivi dell’Agenda 2030, nello specifico quelli che mirano a “rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili”. Un primo passo da compiere sarà quello relativo allo snellimento della burocrazia, che, secondo uno studio della CGIA di Mestre (Confederazione Generale Italiana Artigiani), costerebbe alle aziende circa 57 miliardi di euro all’anno. Necessario, dunque, intervenire con investimenti e incentivi a sostegno della filiera edilizia».
Tante le riflessioni di Platania in merito alle proposte del Governo, con riferimento al decreto Rilancio, «dove emergono ancora numerose criticità, seppur nella direzione della ripresa economica. Tra le novità c’è senz’altro il beneficio del Superbonus 110%, potente strumento per rilanciare il mercato, ma con alcuni nodi irrisolti: l’estensione temporale contenuta, l’impossibilità di effettuare importanti interventi agli edifici vincolati ai sensi del decreto legislativo 42/2004, il rincaro dei materiali e la necessità di disciplinare l’attività dei General Contractor e le loro proposte all-inclusive». Al Superbonus è strettamente legato il percorso di riqualificazione e rigenerazione, che «vede gli ingegneri giocare un ruolo di primo piano. In quest’ottica – ha aggiunto Platania – è stata confermata la nostra presenza nei diversi tavoli della “Cabina di regia”, tra i quali “Catania Sicura”: un confronto critico e costruttivo che vede tra gli obiettivi la redazione di un nuovo Piano Regolatore Generale e la trasformazione di Catania in una smart city. Una collaborazione che coinvolge anche i Comuni etnei, invitati a una riorganizzazione degli uffici e ad avviare un processo di digitalizzazione. In questo cambiamento rientra anche la sinergia con gli altri Ordini, in particolar modo gli Architetti, per promuovere l’utilizzo dei concorsi di progettazione a due fasi».
Poi, molta attenzione è stata rivolta ai 5.566 iscritti. «Diversi i bandi impugnati perché redatti in contrasto con il codice degli appalti. Mentre per i giovani ci siamo impegnati a rafforzare i rapporti con il Diei e il Dicar dell’Università di Catania, ad avviare tirocini attraverso le convenzioni stipulate con il Comune di Catania e molti Comuni del comprensorio etneo», ha sottolineato il presidente dell’Ordine. Ed è anche in relazione a quest’ultimo punto che arrivano dati soddisfacenti, con 255 nuove iscrizioni nell’ultimo anno. Così come sono di grande rilievo i numeri relativi alle iniziative e ai corsi che, trasversalmente, hanno interessato i tre settori principali dell’ingegneria. «Dati che, al contrario di quanto si possa immaginare – ha continuato il presidente della Fondazione Mauro Scaccianoce – vedono una crescita non solo nel numero di incontri ma, soprattutto, nelle ore di formazione, con relativo segno positivo anche nei crediti formativi erogati. Inoltre, abbiamo abbassato ulteriormente i costi per i nostri iscritti, venendo incontro alle difficoltà causate dall’emergenza sanitaria ed economica. Sforzi che sono stati premiati dall’alto gradimento da parte dei numerosi partecipanti. Abbiamo già in cantiere diversi eventi, molti dei quali già programmati. Al centro svariati temi, che vanno dalla deontologia all’esercizio della professione. Non mancheranno ulteriori approfondimenti sui decreti e sul Superbonus, ma saranno confermati anche i fiori all’occhiello della Fondazione, quali la prevenzione incendi e il project management». «Oltre mille ore nel 2020 – ha detto in chiusura Giorgia Ferlazzo, tesoriere della Fondazione – nonostante l’ostacolo della pandemia. Ci siamo reinventati e adeguati alla situazione, facendo leva sui webinar e la formazione a distanza per non far mancare la nostra presenza e garantire il massimo della professionalità e della qualità».