Giarre: «Villa Garibaldi, no ai lavori senza la direzione di un architetto»

Di @IPress / 25 Luglio 2019

Facendo seguito al comunicato stampa del Comune di Giarre che annuncia la ripresa dei lavori di manutenzione straordinaria della Villa Garibaldi – pubblicato sul sito istituzionale – l’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Catania, di concerto con la Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali, ha inviato una nota con cui si precisa che «non è possibile, se non contravvenendo alla normativa vigente, proseguire gli interventi senza che la direzione dei lavori sia stata assunta da un architetto».

Nella nota si legge infatti che l’art. 52 del R.D. n. 2537/1925 (confermato dalla sentenza del Tar Campania n. 3718/2018 dello scorso 5 giugno) prevede che “le opere di edilizia civile che presentano rilevante carattere artistico e il restauro e il ripristino degli edifici contemplati dalla L. 20 giugno 1909, n.364, per l’antichità e le belle arti, sono di spettanza della professione di architetto”, e non di professionisti con diverso titolo come attualmente avviene per il restyling di Villa Garibaldi.

«Così come ribadito dalla Soprintendente Rosalba Panvini, che ha dimostrato chiaramente di voler collaborare per la risoluzione della problematica, anche l’Ordine degli Architetti manifesta ampia collaborazione – ha sottolineato il presidente Alessandro Amaro – e suggerisce al Comune di Giarre, e al suo sindaco Angelo D’Anna, di ricorrere a un atto d’interpello ad altre Amministrazioni per individuare un architetto a cui conferire legittimamente l’incarico. Sarà così possibile sopperire alla mancanza di questa figura interna nell’Amministrazione giarrese, senza comportare un eccessivo impegno economico da parte dell’Ente. Solo dopo, e non già da adesso, i lavori potranno effettivamente riprendere. La Soprintendenza ne ha dato conferma».

«Cogliamo l’occasione per ribadire nuovamente alle Amministrazioni comunali del nostro territorio che l’Ordine – conclude il suo presidente – è a disposizione per verificare e definire fin da subito la correttezza delle procedure. Spesso invece, come in questo caso, siamo costretti a intervenire a posteriori, segnalando chiare anomalie nell’affidamento degli incarichi».

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Redazione
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