Confprofessioni: «Aiuti efficaci solo se tempestivi. Occorre automazione tra richiesta e autorizzazione»

Di Assia La Rosa / 06 Maggio 2020

CATANIA – «L’efficacia degli aiuti è condizionata dalla tempestività con cui si realizzano. Affinché lavoratori, famiglie e imprenditori siciliani non piombino nella disperazione e in preda alle dinamiche malavitose sarebbe opportuno mettere in campo misure anti-complicazione, anticicliche e coraggiose». Questa la richiesta del presidente Confprofessioni Sicilia Daniele Virgillito, al presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci e all’assessore alla Famiglia, Politiche Sociali e del Lavoro Antonio Scavone, per superare l’impasse sulla cassa integrazione in deroga che, «nonostante le buone intenzioni, si sono rivelate eccessivamente farraginose, dominate dalla burocrazia e articolate da indecifrabili passaggi tecnici, coinvolgendo innumerevoli attori per superflui controlli di merito».

L’appello è frutto di un’analisi sullo status quo: «Ad oggi l’aiuto finanziario si è concretizzato solo per pochi. I richiedenti – evidenzia Virgillito – sono circa 150mila (su 37mila aziende totali). L’Assessorato ne avrebbe inoltrate circa 5mila all’Inps. L’Ente, a sua volta, avrebbe dato il via libera solo a 4mila di queste. Coloro che hanno percepito la somma di denaro, invece, sarebbero meno di 600, ovvero solo lo 0.37% dell’intera platea dei richiedenti».

«La nostra organizzazione – prosegue Virgillito – in seno alla V commissione Cultura Formazione e Lavoro, ha proposto un modello tecnico-procedurale per snellire le procedure, basato sull’automatismo tra richiesta e decreto di concessione del beneficio, riservando ad un momento successivo gli eventuali controlli di merito. A tal fine – aggiunge – Confprofessioni rimane a disposizione per prestare il supporto tecnico necessario senza alcuna richiesta di bonus o incentivo».

«I lavoratori siciliani hanno atteso pazientemente che le disfunzioni si risolvessero. Oggi – conclude – bisogna velocizzare le procedure per garantire a tutti la possibilità di affrontare la pandemia non solo dal punto di vista sanitario, ma anche economico».

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