«Bioarchitettura, come declinare la sostenibilità al femminile»

Di Redazione / 06 Novembre 2020

CATANIA – Una visione al femminile per osservare il mondo che ci circonda, trovare soluzioni pratiche per affrontare l’attuale periodo di crisi e rimettere ordine ed equilibrio intorno a noi. Un mix che ha dato vita al convegno “Bioarchitettura sostantivo al femminile – Cinque temi per declinare la sostenibilità al femminile”, organizzato dall’Ordine degli Architetti di Catania (presidente Alessandro Amaro) e dalla sua Fondazione (Veronica Leone), con il prezioso contributo della Fondazione Italiana di Bioarchitettura (Wittfrida Mitterer), della delegazione di Bioarchitettura di Catania (Antonio Marano), della Fondazione Habitat Umano di Catania (Francesco Ferrara) e dell’Associazione Nazionale Architettura Bioecologica (segretaria Stefania Ganz).

«È un tema molto interessante – ha commentato il presidente Amaro – da tanto tempo si discute di soluzioni utili per la riqualificazione urbana, il miglioramento delle nostre città e la diminuzione dell’impatto sull’ambiente. Temi che assumono un aspetto ancora più intrigante se affrontati con uno sguardo femminile, che rivela grande sensibilità e creatività». Un evento in “rosa” volutamente “provocatorio” – come definito dalla consigliera dell’Ordine Eleonora Bonanno – e con una missione sociale: «Architettura ed ecosostenibilità – ha aggiunto la presidentessa della Fondazione Leone – vanno a braccetto. Oggi, nel periodo legato alla crisi provocata dalla pandemia e dalla necessità di rivedere gli spazi urbani si prospettano grandi opportunità di cambiamento, anche grazie alle agevolazioni rappresentate dal Bonus Edilizia, Ecobonus e Sismabonus».

Un’occasione di confronto per affrontare un periodo di crisi, che però ha anche risvolti positivi: «Gli sconvolgimenti sulla nostra vita quotidiana, le ripercussioni politiche e sociali che ha dettato il Covid sono indiscutibili – ha commentato la Mitterer – Tuttavia, come hanno fatto notare alcuni scienziati, potrebbe trattarsi di una risposta della natura agli scompensi creati nei secoli dall’uomo, non curante degli effetti delle sue azioni nel mondo circostante e spesso acciecato dall’odore degli affari. Infatti, abbiamo avuto modo di notare una forte diminuzione di CO2, acque più pulite e una rinascita della flora e della fauna. Una ricchezza da non perdere, ma da difendere. E il ruolo e compito dell’architettura può essere determinante in quest’ottica».

Non solo natura, ma anche salubrità degli ambienti e una migliore qualità di vita «in un mondo che vede la casa sempre più come un bisogno primario – ha sottolineato Stefania Ganz – Per questo occorre puntare l’attenzione sull’efficienza energetica e studiare i suoi effetti all’interno delle dinamiche naturali, sfruttando le opportunità e le soluzioni tecniche in nostro possesso. Un miglioramento che può avvenire fissando obiettivi chiari e a breve termine, come fatto con l’Agenda 2020-2025».

«Il convegno di oggi rappresenta una grande opportunità di confronto e di crescita umana, oltre che professionale. Continueremo su questa strada, garantendo la formazione a tutta la categoria con incontri gratuiti, di grade spessore e qualità», hanno concluso Amaro e Leone.

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