Il Diavolo c’è e quasi mai veste Prada ma i più sobri e umili panni di persone comuni, insidiate, tentate e, in molti casi, anche (e in tutti i sensi) possedute.
Storie che sembrano uscite da un film horror di cassetta, ma, se mettete da parte le teste che girano di 180 gradi e i corpi che svolazzano per le stanze, sappiate che si tratta – ovviamente per chi ha Fede – di una questione terribilmente seria. E la Chiesa siciliana, quasi uno scherzo del destino, ha chiamato un frate che si chiama Benigno per dare battaglia al Maligno. Lui è il coordinatore del centro regionale Giovanni Paolo II per la formazione degli esorcisti “gestito” dalla Cesi, che nei giorni scorsi ha pure svolto una relazione sul tema davanti i vescovi siciliani.
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Numeri certi ce ne sono pochissimi anche perché, come ha spiegato lo stesso fra Benigno, «non sempre chi ritiene di avere bisogno di un esorcismo ha davvero bisogno di un esorcista. Anzi, nel 99% dei casi non è così». In Sicilia negli ultimi sette anni i casi di persone “possedute” dal demonio e sottoposte ad un esorcismo si sono triplicati. Negli ultimi quattro anni almeno 55 persone sono state sottoposte a un esorcismo. La Sicilia, da sola, ha il doppio di esorcisti rispetto a tutta la Spagna: «Siamo trenta per tutte le 19 diocesi siciliane. Nella sola Palermo sono quattro».
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Ma non va del tutto dimenticata la narrazione cinematografica – e il celebre film L’Esorcista ne è il simbolo – perché se è vero che le teste non girano e che i “posseduti” non vomitano una ripugnante sostanza verdastra, è vero che durante la “trance” assumono un tono di voce demoniaco perché – asserisce fra Benigno – è il Maligno che parla attraverso loro, o presentano espressioni facciali e persino tracce sul corpo che non lasciano adito ad alcun dubbio. Ma per capire se si tratta di una patologia psichiatrica o di “vera” possessione demoniaca non basta uno qualunque. «Come ci si forma per diventare esorcista? Intanto – ha spiegato fra Benigno – bisogna approfondire i temi storici, liturgici e biblici, bisogna aveva una buona preparazione teologica e fare tirocinio con un altro esorcista. E’ come fare l’avvocato: non basta la laurea, prima bisogna fare la pratica da un altro avvocato». Solo dopo si può esercitare l’attività di esorcista.
Anche perché la “liberazione definitiva” non avviene al primo “colpo”. Spesso servono decine e decine di sedute perché Satana si ribella e resiste. Guai ad avanzare il dubbio che si tratti di persone non esattamente sane di mente perché Fra Benigno vi fulmina: «Gli psichiatri possono anche pensare che si tratti di persone malate. Io dico va bene, ma dico anche che una eventuale patologia può guarire con un trattamento farmacologico e con delle sedute di psicoterapia. Ma ci sono persone guarite senza farmaci e senza trattamento psicoterapeutico. Quindi siamo di fronte a una patologia non naturale». E come spiegare agli atei che non si tratta di “semplice” follia? «Io vi dico che mi rincresce pensare che nelle Università non si parli mai di questo tema. Capisco che serve la Fede ma bisogna ammettere che vi sono delle patologie che non si sa come e non si sa perché sono guarite con la sola preghiera e con gli esorcismi. Ma vi dico subito che la maggior parte delle persone che chiede aiuto ad un esorcista non ha bisogno di un esorcismo».
A Palermo ad esempio c’è un centro di ascolto nel quale lavorano anche laici che ascoltano queste persone, si tasta il polso per capire la loro situazione, se vanno dai fattucchieri o dai maghi. In questi centri di ascolto si raggiungo anche 160 “assistiti”. «Ma molti – dice fra Benigno – hanno solo bisogno di incontrare il Signore e non certo di un esorcismo. Mi faccio assistere da una équipe, con uno psichiatra, un criminalogo, due medici di famiglia e una psicoterapeuta. Ognuno fa le domande specifiche per capire se ha bisogno solo di cure o se ha un disturbo spirituale di natura diabolica e se, quindi, ha bisogno di una terapia esorcistica».