Sangiuliano, la verità di Maria Rosaria Boccia: «Ci scambiavamo anche chat piccanti»

Di Redazione / 06 Settembre 2024

Imprenditrice da 20 anni nel settore del wedding, ideatrice di due intergruppi in Parlamento, specializzata nella moda e nella comunicazione in generale. Si presenta così Maria Rosaria Boccia nell’intervista esclusiva a La Stampa in cui racconta per la prima volta la sua verità sul caso Sangiuliano che mette in fibrillazione il governo.

Parla dei viaggi con il ministro (‘non solo legati alla sua attività’), di chi sono a suo avviso i ‘veri ricattatorì di Sangiuliano (‘chiedete a lui, posso dire che ci sono direttori di settimanalì), di Giorgia Meloni che accusa di essere stata ‘sessistà contro di lei. E spiega perché, dalla fine di luglio in poi, ha deciso di registrate tutto dei rapporti con il ministro della Cultura: ‘Perché mi ha detto una frase che mi ha colpito molto: «Io sono il ministro, io sono un uomo, io rappresento l’istituzione e in futuro nessuno crederà a tutto quello che tu dirai».

Si erano conosciuti, dice, «nell’agosto del 2023 a Pompei alla presentazione della candidatura della cucina italiana patrimonio dell’Unesco, attraverso conoscenze comuni». Da maggio di quest’anno «ci siamo frequentati lavorativamente molto più spesso».

«Il ministro è venuto più di cinque volte a Pompei. Poi siamo stati ad Ercolano, a Polignano a Mare, a Riva Ligure, a Taormina, a Sanremo e a Milano all’Accademia di Brerà. In questi viaggi, afferma, aveva il ruolo di «consigliere per i grandi eventi». Come avrebbe stabilito un contratto che doveva partire da inizio agosto. Poi è stato firmato? «Io ho visto il decreto firmato dal ministro e io personalmente ho firmato il mio contratto che è stato controfirmato dal capo di gabinetto in presenza del ministro. Perché non è andato a buon fine bisogna chiederlo al ministro: l’istituzione è lui».

Quanto alle spese per i viaggi, «io ho sempre saputo che le trasferte venivano pagate dal ministero». Come lo dimostra? «Io comunicavo solo ed esclusivamente, anche per le trasferte, con il capo segreteria».

Il 3 giugno di quest’anno il sopralluogo a Pompei, al contrario di Sangiuliano, Boccia sostiene che il motivo era il G7 della Cultura. Nella mail del 5 giugno ci sono informazioni riservate? «Sì, il percorso principale, i percorsi alternativi per i ministri al G7 e il dettaglio dell’organizzazione».

Ma non sempre le missioni erano legate all’attività del ministro. «Abbiamo fatto anche trasferimenti personali»: i concerti dei Coldplay e de Il Volo; «da Roma, siamo arrivati in macchina fino a Pompei. Siamo andati a eventi miei personali e privati, dove lui ha voluto presenziare. Un evento alla base dell’Aeronautica a Roma e un altro a Roma».

Sangiuliano ha parlato in tv di una relazione privata. Una relazione sentimentale?

«Dovrebbe chiarirlo lui. C’è stata molta confusione fin dall’inizio nella comunicazione di questa sfera». Quanto alle chat private, «il ministro è un po’ confuso», dice Boccia.

Ha parlato di «chat blande», ma «con una persona con cui ho una relazione non mi scambio solo foto innocenti ed emoticon. Posso scambiarmi anche qualche messaggio più piccante».

Boccia considera «sessisti» atteggiamenti della premier Meloni nei suoi confronti, come quando l’ha definita in tv «l’altra persona»: «Chi si richiama ai valori dell’essere donna ha il diritto e il dovere di difendere la propria dignità come ha fatto l’altra persona (Meloni, ndr) quando ha interrotto una relazione profonda tramite un post sui social, dopo che il compagno (Giambruno, ndr) aveva violato un sentimento d’amore. Mi chiedo perché io vengo trattata con arroganza, additata senza nome e cognome. I comportamenti sessisti vanno sempre denunciati, come ha fatto lei anche utilizzando i social perché una donna deve proteggere la propria dignità indipendentemente dal ruolo che ricopre. Non si può rivendicare la dignità di una donna, offesa nei sentimenti, a fasi alterne. Inoltre, non si può dirsi cristiani senza praticare il perdono. Io mi limito a difendermi da un comportamento sessista».

Quanto alla chiave d’oro di Pompei, Boccia racconta che al ministro «faceva piacere riceverla». Ma «per lui era un percorso un po’ complicato perché il sindaco di Pompei è del Pd». «Io ho curato questa intermediazione e in pochissimo tempo ho fatto sì che il ministro ricevesse la chiave». Valeva molto? «Sapeva che non era una patacca». Ha detto che è al ministero, protocollata come tutti i regali. «Ce la fa vedere il ministro questa chiave protocollata nelle stanze del ministero?», risponde Boccia.

Infine i «ricatti» di cui Sangiuliano sarebbe vittima da chi sta «nei palazzi del potere». Chi? «Ho ascoltato conversazioni e letto messaggio di persone che a mio avviso hanno ricattato il ministro. Chi sono dovrebbe dirlo lui. Posso dire che ci sono direttori di settimanali».

Ha altre registrazioni, audio, video?

«Io ho semplicemente documenti per certificare la verità di una donna che diversamente non sarebbe stata creduta».

Coinvolgono altri politici, ministri, la premier Meloni?

«Io ero a stretto contatto con il ministro. Quindi ho ascoltato telefonate e ho letto messaggi».

Non teme di aver commesso reati?

«Assolutamente no. Forse il reato lo commette chi dice bugie. Io ho sempre e solo detto la verità», afferma Boccia.

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Pubblicato da:
Fabio Russello