Sempre pronti alle emergenze ma con la certezza che non si può vivere solo di pane e allori. In Sicilia, come nel resto d’Italia, lo stato di agitazione del corpo dei vigili del fuoco non accenna a diminuire e se la fine dell’estate vuol dire la drastica riduzione di incendi e roghi, l’autunno per loro ha un solo significato: maltempo, allagamenti ovunque e ridotte risorse a disposizione in termini di uomini e mezzi. “La situazione è molto complessa- spiega Antonio Sasso, Segretario Generale Fns Cisl Catania- in particolare a Catania bisogna fare i conti con le emergenze quotidiane. Il sottodimensionamento del comando è solo l’ultimo di una serie di problemi. A questo, infatti, bisogna aggiungere il nodo legato alle chiusure del distaccamento sud e di quello a nord della città oltre alla mancata apertura dell’impianto di Palagonia che consentirebbe di alleggerire il lavoro degli altri distaccamenti sparsi nella provincia”. I vigili del fuoco solo a Catania e Provincia sono impegnati con 18.000 interventi l’anno a fronte di poco più di 400 uomini divisi in 4 turni. “Quotidianamente affrontiamo le emergenze di ogni tipo e per questo da anni lamentiamo carenze di organico e di mezzi nel territorio siciliano su tutti gli otto comandi presenti- dice Carmelo Barbagallo, coordinatore regionale Usb-. Abbiamo scritto alle istituzioni competenti e perfino al Papa per chiedere di essere ascoltati”. (video Davide Anastasi)