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Sant’Agata 2020, la gioia delle ‘ntuppatedde tra la folla in via Etnea

Di Redazione |

Vestite di bianco con il velo e il fiore rosso. In questa giornata del “3” non potevano mancare le ‘ntuppatedde che con i tradizionali abiti ballano al ritmo imposto dalle bande musicali che accompagnano le candelore. Un evento nell’evento con la gente che si accalca per fotografarle o farsi un selfie con loro. Una presenza per ribadire la libertà femminile in una tradizione che affonda le sue radici ad oltre un secolo fa.

Le ‘ntuppatedde erano figure femminili che, fino alla metà dell’Ottocento, si velavano il viso per non farsi riconoscere e vivevano il loro unico momento di libertà femminile nel quale era loro concesso di tutto: scherzare, ballare, irretire, divertirsi e uscire da sole. A metà dell’Ottocento la tradizione smise d’essere seguita. Oggi sono ritornate come simbolo della libertà della donna.

Nella novella «La coda del diavolo» Giovanni Verga descrive le ‘ntuppatedde come le donne che nei giorni di S. Agata andavano in giro con il volto coperto da un velo indossando un raffinato vestito avvolto da un mantello. ‘Il termine ‘ntuppatedde «deriva dalle lumache chiuse nel velo di bava, che vuol dire “occultate”. Velandosi completamente, lasciando solo un occhio scoperto, le donne catanesi avevano la possibilità durante la festa di accompagnarsi con chi volevano». 

Così «stracambiate» e «sconoxute» (irriconoscibili), giocavano scherzi agli amici e ai parenti che incontravano per strada. «A Catania – scrive Verga – la quaresima vien senza carnevale… in compenso c’è la festa di Sant’Agata, gran veglione di cui tutta la città è teatro, nel quale le signore, hanno il diritto di mascherarsi, sotto il pretesto d’intrigare amici e conoscenti e d’andar attorno, dove vogliono, con chi vogliono, senza che il marito abbia diritto di metterci la punta del naso». Era questo il cosiddetto “diritto di la ‘ntuppatedda”, secondo il quale, durante i riti agatini, dalle quattro alle nove di sera la donna diventava “padrona di sé, delle strade, dei ritrovi”». In quel tempo era un’usanza fuori dal comune che una donna uscisse di casa non in compagnia.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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