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Primo Cereo Rinoti, tra devozione e preparazione
Non solo devozione ma tanta, tantissima programmazione e preparazione. Perché la tre giorni agatina va oltre la fede. Lo sanno bene le associazioni ed i comitati che rappresentano i cerei che accompagnano “Santaituzza” e che sfileranno per le strade della città già dalla prossima settimana.
“I primi di dicembre cominciano incontri e riunioni – spiega Marilisa Tornabene, componente del comitato festeggiamenti “Primo Cereo Rinoti”- si visionano le candelore con il loro peso e la loro altezza: niente viene lasciato al caso perché diventa fondamentale pianificare un evento che, quartiere dopo quartiere, coinvolge tutti”.
Come una nave che sta per intraprendere un lungo viaggio è compito del “capuchiumma” regolare le funi per equilibrare i cerei dal peso di 6-7 quintali. Non è permesso sbagliare la posizione delle funi. Tra disagi ed imprevisti possibili per “l’equipaggio” ed i comitati della candelora l’imperativo è quello di evitare in tutti i modi che il simbolo votivo possa cadere ed essere danneggiato.
“Parliamo di vere e proprie opere d’arte che,soprattutto nel nostro caso, in due secoli di vita ha “collezionato” gioielli artistici e stendardi preziosi da mettere assolutamente in mostra- prosegue Tornabene-. In duecento anni le varie autorità che si sono succedute nel tempo hanno fatto tante donazioni e così abbiamo anche uno stendardo, datato 1942, consegnato da Mussolini accanto a quello dell’Unione Europea, donato dal sindaco, e al gagliardetto consegnatoci dal Cavaliere Maina”.
Fiore all’occhiello del Cereo Rinoti resta un quadro del 1820, custodito nella casa della candelora, che ricostruisce la storia del quartiere e della parrocchia di San Giuseppe La Rena.
“E’ il simbolo da cui tutto è cominciato- conclude la ragazza- un esempio di appartenenza e di tradizione a cui siamo legati indissolubilmente da duecento anni”.
(video Davide Anastasi)COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA