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Oggi si festeggia San Giorgio, anche in Sicilia è viva la leggenda del cavaliere martire e del drago

Di Redazione |

Oggi 23 aprile si festeggia San Giorgio, il martire cavaliere legato la famosa leggenda del drago, che, nell’immaginario popolare, voleva significare il trionfo del cristianesimo sulla forza del maligno. San Giorgio è forse il santo la cui figura, più di quella di ogni altro, è stata arricchita nel corso dei secoli di elementi leggendari dall’entusiasmo e dalla venerazione popolare, tanto che è difficile distinguere il vero dal falso. Ha ucciso un drago, ha subito il martirio, ha operato miracoli per i crociati, è divenuto patrono dell’Inghilterra. 

Sono quindi numerose le leggende legate a San Giorgio e molte sono tradizionali e legate alle città tanto che in seguito alla riforma del calendario liturgico approvata da Paolo VI nel 1969 il suo culto da mondiale è passato a locale. In Sicilia sono diverse le città che hanno almeno una chiesa dedicata a San Giorgio e ogni città possiede una propria tradizione legata alla vita del Santo che è il Patrono della città di Modica, dove la festa di San Giorgio  può contare su una tradizione secolare e che, ogni anno, richiama turisti e visitatori provenienti da ogni parte del mondo soprattutto per il rito della “scinnuta” del simulacro raffigurante il Santo Cavaliere, conservato nella cappella della navata destra del duomo, che la sera di Pasqua scende tra i fedeli e viene  esposta alla venerazione fino alla domenica successiva alla processione, alla fine dell’ottava viene conservata nella cappella in attesa della Pasqua dell’anno successivo. Il simulacro ritrae San Giorgio a cavallo che trafigge il dragone. 

La scinnuta di San Giorgio a Modica

Anche Ragusa Ibla ha una chiesa dedicata a San Giorgio e anche qui si svolge il rito della “scinnuta”.  “Truonu viva, Truonu viva, Truonu viva”. La triplice acclamazione di giubilo è riecheggiata più volte, domenica sera, all’interno del Duomo di Ragusa stracolmo di devoti e fedeli. Un’acclamazione che ha fornito la dimensione compiuta di un rito di valenza storica. I solenni festeggiamenti in onore di San Giorgio martire hanno preso il via con uno speciale momento religioso, la cui tradizione si perde nella notte dei tempi, caratterizzato da grande trepidazione e da un entusiasmo incontenibile.

Ma cosa può insegnare San Giorgio ancora oggi ai cristiani? Una risposta a questo interrogativo la possiamo trovare in un discorso di San Pier Damiani dove viene presentato come un militare, che lasciò il servizio militare e da tribuno passò alla milizia cristiana. Egli viene descritto come un valoroso soldato che si prodigò all’aiuto dei poveri, liberandosi dei beni terreni per arricchire la corazza delle fede. San Pier Damiani lo presenta come il «guerriero di Cristo che combatté contro il re dell’iniquità».

La vita di San Giorgio rappresenta il bene che vince sul male, la luce che vince sulle tenebre. Il culto a san Giorgio è frutto delle crociate e quindi della vittoria dei soldati cristiani contro le truppe musulmane, ma rappresenta anche il combattimento quotidiano di ogni cristiano contro il male. Il messaggio che questa vita trasmette ancora oggi la speranza che non abbandona nessun uomo, che la battaglia contro il male e contro le tentazioni si può vincere, perché chi ha Cristo ha tutto. San Giorgio è l’esempio di colui che combatte il male, il drago, ponendo la fiducia in Dio, che è l’armatura duratura, di cui ogni cristiano è rivestito.

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