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Manuel, Angelo e Ursula: vita da volontari su un’ambulanza in piena pandemia
Manuel, Angelo e Ursula. Tre volontari della “Misericordia” di “Catania-Porto” che raccontano la vita complessa e difficile nell’essere un equipaggio di un’autoambulanza in questo momento di emergenza Covid-19.
«Corriamo da una parte all’altra della città – spiegano i ragazzi – non per seminare paura o panico tra la gente ma per salvare vite umane. Ci sono tante richieste in questo periodo e gli equipaggi devono farsi letteralmente in quattro per rispondere a tutte in modo tempestivo».
In un mestiere dove un paio di minuti possono fare la differenza tra la vita e la morte, macchine posteggiate in doppia fila o automobilisti che bloccano la strada rappresentano un serio problema.
«Durante il turno proviamo molte sensazioni e molte emozioni perché inevitabilmente ci interfacciamo con tanto dolore- proseguono i volontari della Misericordia- inutile dire che nessuno avrebbe mai pensato di lavorare così bardati dalla testa ai piedi per 7-8 ore senza bere o addirittura grattarsi il naso. Non solo, gli equipaggi talvolta restano per ore fuori dalle aree Covid dove manca talvolta o il posto letto o il punto di erogazione dell’ossigeno».
Che sia nella vita privata o in quella professionale, per loro la parola d’ordine è precauzione. «Cosa ci spinge a restare in prima linea? Sicuramente è il senso del dovere e il supporto alla popolazione. C’è una grande carenza di equipaggi e il sistema sanitario è veramente in un momento difficile».Damiano ScalaCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA