«L’Ottava di Sant’Agata è una festa intima. Così come lo è quella del 17 agosto. La festa dei veri devoti. Quelli che la mattina si alzano presto e vanno in cattedrale con una preghiera particolare nel cuore da presentare alla patrona. E lì trovano, per un abbraccio ancora virtuale, il busto reliquiario esposto sotto l’altare maggiore. Non è ancora possibile infatti baciare le reliquie vista la condizione pandemica da cui stiamo lentamente uscendo».
Mariella Aurite, da anni infaticabile presidente del Circolo femminile Sant’Agata presso la basilica Collegiata, ieri ha seguito le fasi della festa con al seguito alcune socie arrivate per l’occasione da Roma, dalla Puglia e da altre regioni italiane. Tutte presenti «a un appuntamento immancabile e irrinunciabile con la nostra patrona».
Il valore dell’Ottava sta dunque «nel vivere un’intimità più forte con Sant’Agata – aggiunge Aurite -. A chi mi chiede infatti quale sia il momento clou di questa giornata, io rispondo che non c’è. Ciascun fedele ha un suo momento saliente che vive in preghiera e raccoglimento».
Un pensiero, in questa giornata di festa, anche al nuovo pastore della Chiesa catanese. «L’arcivescovo ha già dato una sua impronta forte – dice Mariella Aurite -. Ci ha colpito quello che abbiamo visto e sentito da lui. Ha seguito un filo conduttore sia nelle catechesi di gennaio sia nelle omelie che ha tenuto, invitando sempre i fedeli ad avere rispetto per l’altro, a essere puliti e puri come nel battesimo, quando si indossa la veste bianca, che rappresenta il sacco che si mette per Sant’Agata. Il suo è un invito rivolto a tutti a essere puri davanti a Cristo come lo è stata Agata. Siamo pronti a sentire mons. Renna anche alla concelebrazione eucaristica che presiederà alle 19» (ieri sera, prima della processione del busto in piazza Duomo, atto finale dell’Ottava, ndr.).
La cattedrale ieri mattina si è riempita di fedeli a partire dalle 9,30 circa. Le transenne bloccavano l’ingresso da piazza Duomo e non si poteva accedere a via Vittorio Emanuele per motivi di sicurezza. Chi voleva entrare per seguire le messe, che si sono succedute ogni ora, e per venerare le reliquie, doveva passare da via Raddusa attraverso un varco presidiato dalle forze dell’ordine. Il viavai di fedeli è stato ordinato e continuo. Migliaia hanno riabbracciato la santa e le hanno dato appuntamento al 17 agosto.
«Oggi diciamo grazie perché abbiamo vissuto un mese intenso con Sant’Agata – dice mons. Barbaro Scionti, parroco della cattedrale. Prima la peregrinatio delle reliquie, poi gli incontri con le scuole, nelle carceri, nei monasteri, negli ospedali. Sant’Agata ha incontrato il suo popolo in diversi luoghi e modi. E poi i momenti di preghiera in cattedrale, che sono stati tanti, e i momenti di catechesi che ci hanno preparato, grazie anche alla parola dell’arcivescovo, alla festa».
Una festa che ieri, come diceva Mariella Aurite, è stata vissuta intimamente dai fedeli. «La santa ci protegge e ci dà forza, soprattutto in questo periodo così buio per tutti, in cui abbiamo bisogno di serenità e di pace». «Finalmente siamo riusciti non solo a vederla, ma anche ad abbracciarla e a camminare con lei nei tre giorni clou della festa. E oggi siamo tornati per salutarla, rivolgerle una preghiera e darle l’arrivederci al 17 agosto». «Sant’Agata faccia il miracolo di far diventare più civili i catanesi, che sembra se ne infischino del bene comune, dia una guida oneste e sicura alla città, e faccia sì che il monito lanciato dall’arcivescovo nella sua ormai famosa omelia venga ascoltato dalle istituzioni e dai suoi rappresentanti».
Alle 10 la santa messa era stata presieduta da mons. Salvatore Gristina, arcivescovo emerito di Catania, e alle 14,30 si era celebrata quella per gli ammalati e i disabili.