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La lunga eruzione dell’Etna monitorata dal satellite: fotografati anche i gas
ROMA – Sono spettacolari e ben visibili le intense colate di lava e le esplosioni di fumo scatenate dalle eruzioni che vedono protagonista l’imprevedibile vulcano Etna dallo scorso febbraio, ben monitorato dai satelliti Sentinel-2 e Sentinel-3 del programma Copernicus della Commissione Europea e Agenzia spaziale europea (Esa).
Dal 16 di febbraio il cratere sudorientale ha prodotto una serie di fontane di lava che hanno raggiunto anche 1,5 chilometri di altezza. Si tratta di una delle più alte esplosioni mai osservate nel Cratere sudorientale degli ultimi decenni. Della stessa altezza erano state osservate nel dicembre 2015 nel cratere della Voragine, con fontane di lava di oltre 2000 metri.
In meno di 3 mesi sono 17 le eruzioni che hanno visto protagonista il vulcano siciliano. Gli strumenti a bordo di tre diversi satelliti che orbitano intorno alla Terra hanno acquisito le immagini delle eruzioni, mostrandone l’intensità e fornendo ognuno informazioni complementari.
Una volta che l’eruzione inizia, gli strumenti ottici possono catturare i vari fenomeni associati, come flussi di lava, frane e terremoti.
I sensori atmosferici riescono anche a identificare i gas rilasciati durante l’eruzione e quantificare l’impatto ambientale. In una delle immagini scattate da Sentinel-5P si può vedere per esempio il diossido di zolfo che viaggia diretto vero la Libia. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA