Il procuratore Zuccaro: «Centri scommesse come vere e proprie lavanderie per i soldi della mafia»

Di Redazione / 19 Novembre 2018

CATANIA – Trentasei misure cautelari personali e venti sequestri preventivi tra agenzie di scommesse ed internet point gestiti dal clan “Cappello-Bonaccorsi”. Questo il risultato dell’Operazione “Gaming Off Line”. Un volume d’affari di circa due milioni di euro al mese reso possibile attraverso uno scudo di legalità fatto di soggetti incensurati e di professionisti altamente specializzati nel settore. Uno schermo che permetteva al clan di avere denaro contante in grande quantità e in tempi brevi. «Il settore delle scommesse e del gioco da sempre ha destato gli interessi delle organizzazioni criminali- sottolinea il Questore di Catania Alberto Francini- E’ una tradizione di lunga data. Proprio per questo il Ministro degli Interni è particolarmente attento al fenomeno. In questo contesto noi non abbassiamo la guardia visto che da qui le organizzazioni criminali riescono a recuperare ingenti quantità di denaro fresco da investire in altri settori leciti oppure nella cosidetta zona grigia».

Tra i reati contestati figura l’associazione a delinquere di stampa mafioso, la truffa ai danni dello Stato, l’esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse, il trasferimento fraudolento di valori. «La mafia non è più coppola e lupara ma ha bisogno di nuovi soggetti; figure tecniche altamente professionali – dichiara Antonio Salvago, il dirigente della Squadra Mobile – durante le indagini abbiamo notato questo efficace sistema di reimpiego dei proventi delle attività illecite nelle scommesse sportive. Un’ espansione del territorio, quello del clan “Cappello-Bonaccorsi”, che non riguarda solo la città di Catania ma si estende alle sale scommesse nelle Sicilia Occidentale come Ribera e Gela. Non solo – continua Salvago-, mentre una volta era l’estorsione a rappresentare la più netta signoria territoriale di un gruppo mafioso, oggi non è più così. Adesso le massime espressioni del potere mafioso sono il controllo delle piazze di spaccio e le agenzie di scommesse».

Le indagini, coordinati dalle pm Antonella Barrera e Tiziana Laudani, documentano gli affari del clan nel settore delle scommesse da aprile 2016 a marzo 2017. « Parliamo di un settore nel quale la gestione illecita viene punita in termini molto blandi e questo fa si che le organizzazioni mafiose rivolgano qui il loro interesse correndo rischi minori rispetto ai profitti che si procurano – dichiara il Procuratore Capo di Catania Carmelo Zuccaro – questi centri scommesse operano come vere e proprie lavanderie perchè, attraverso l’interposizione delle società che operano all’estero, possono reimmettere in Italia grosse somme di denaro. Soldi che poi costituiscono per loro un modo di operare in settori puliti facendo concorrenza sleale agli imprenditori onesti. A questo – è sempre Zuccaro a parlare – va aggiunto che in questi luoghi accedevano anche minori che ovviamente si avvicinavano ad un modo illecito di gestire un’attività».

Nel corso della conferenza il Procuratore Capo ha ribadito anche che quello delle scommesse «non rappresenta un livello innovativo di fare affari ma sicuramente è stato portato a livello altissimi; anche da un punto di vista di sofisticazione tecnologica».

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