Archeologica
Il mito di Ulisse in Sicilia: in una mostra 85 reperti rarissimi per riconvertire l’Isola alla cultura
Si tratta di un percorso espositivo, allestito dalla soprintendenza dei beni culturali di Caltanissetta e promosso dalla Regione Sicilia, all’interno del parco archeologico di «Bosco Littorio»
Tra miti e leggende, tra speranze e delusioni, Gela chiude la travagliata esperienza legata al petrolio e alla chimica e affida il suo futuro al turismo mettendo in campo le ricchezze archeologiche, storiche e paesaggistiche, mai utilizzate appieno, per farne una risorsa economica ad alto valore aggiunto. Un notevole sostegno a questo sforzo promozionale ed organizzativo giunge dalla Regione Sicilia che, alla presenza del suo governatore, Nello Musumeci, e dell’assessore ai beni culturali, Alberto Samonà nonché del sindaco di Gela, Lucio Greco, ha presentato in una conferenza stampa la mostra «Ulisse in Sicilia, i luoghi del Mito».
Si tratta di un percorso espositivo, allestito dalla soprintendenza dei beni culturali di Caltanissetta, all’interno del parco archeologico di «Bosco Littorio», che racconta il passaggio dell’eroe greco in Sicilia in otto sezioni tematiche, con 85 reperti provenienti da musei regionali, nazionali ed esteri. Opera centrale della mostra è la «Nave arcaica di Gela», databile tra il VI e il V secolo avanti Cristo, rinvenuta nei fondali antistanti la costa di contrada «Bulala», a est del petrolchimico dell’Eni, che per la prima volta viene ricomposta ed esposta al pubblico in Sicilia, in attesa della prossima inaugurazione del «Museo del Mare». La nave greca fu scoperta da un sub dilettante nel 1988 e recuperata 20 anni dopo, grazie anche all’impegno determinante del compianto sovrintendente al mare, Sebastiano Tusa, morto nel 2019 in un disastro aereo in Etiopia. La mostra sarà inaugurata il 22 luglio e rimarrà aperta fino al 10 di ottobre.
La nave arcaica di Gela, risalente al VI-V secolo avanti Cristo, fu scoperta nel 1988, da un sub gelese, Francesco Cassarino, durante una sua battuta di pesca a 5 metri di profondità in una zona di mare, in contrada «Bulala», dove poi furono scoperti altri relitti e una notevole quantità di ricchi reperti archeologici. Numerose e assai interessanti le parti di nave arrivate a noi dopo un lungo e laborioso processo di recupero fisico e chimico, iniziato nel 2003 e concluso nel 2008, Le parti lignee raggiungono una lunghezza massima di 17 metri. Tra i vari pezzi che componevano la nave spiccano la ruota di poppa, il paramezzale e i madieri in bronzo. Le operazioni di sollevamento e di trasporto si sono rivelate molto complesse per la fragilità del legno (rimasto in acqua salmastra per oltre 2500 anni) e poi per il delicato trattamento di desalinizzazione eseguito in Inghilterra al Mary Rose archaeological service di Portsmounth.
Protagonista del recupero della nave è stato il compianto sovrintendente al mare della Regione Sicilia, Sebastiano Tusa, morto in un disastro aereo avvenuto nel 2019 in Etiopia. Tusa si batté anche per realizzare a Gela il «Museo del Mare» dove esporre sia il relitto dell’imbarcazione greca che i tanti reperti ripescati dai ricchi fondali gelesi, tra cui l’elmo corinzio e i lingotti di «Oricalco» esposti a Forlì, nel 2020, insieme con la «Nave di Gela» (musealizzata per la prima volta assoluta lontano dalla propria terra, su autorizzazione del presidente, Musumeci).
«Oggi il governo regionale vuole aprire una nuova stagione sapendo che se un’altra città del nord avesse avuto le testimonianze archeologiche di Gela, in questa città non ci sarebbe più un solo disoccupato», ha detto il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, presentando alla stampa la mostra sul mito di Ulisse nella quale si espone la nave arcaica di Gela. Musumeci, nel sottolineare che «le colpe non sono sempre degli altri», ha ricordato che «dalla metà degli anni '80, la Sicilia ha potestà primaria in materia di beni culturali ma nessuno l’ha mai utilizzata». E’ ora di cambiare. E Gela, città che custodisce le spoglie del grande drammaturgo greco, Eschilo, ha le carte in regola per farlo. «Qui non c'è nulla da inventare – ha proseguito il governatore -, una mostra su Eschilo richiamerebbe flussi di turisti da tutto il mondo». A chi dice che l’industria chimica avrebbe soffocato beni culturali e turismo Musumeci ricorda che Milano è città industriale ma anche turistico-culturale. Il presidente della Regione ha quindi ricordato di avere sbloccato dopo anni di contenzioso la procedura per la costruzione del museo delle navi antiche che oggi è all’80% della sua realizzazione; di avere stanziato 25 milioni per la riqualificazione di 9 musei regionali e di 22 milioni per la ristrutturazione dei parchi archeologici siciliani, tra cui quello di Gela. «La mostra del mito di Ulisse, della nave arcaica – ha concluso Musumeci – è l’inizio di questo nuovo capitolo della economia di Gela e della Sicilia. Per il resto ci deve pensare ognuno di noi. La Regione non può che essere al fianco di Gela in questo nuovo, difficile, impegnativo percorso». "E' una mostra importante che ha richiesto un lungo lavoro scientifico e di preparazione logistica nella quale esponiamo 85 rarissimi e assai interessanti reperti archeologici due dei quali provengono da Atene, grazie a un accordo di collaborazione sottoscritto con il governo ellenico» ha ricordato l’assessore ai beni culturali della Regione Sicilia, Alberto Samonà -. Parlando della nave arcaica in esposizione, Samonà ha detto che "la nave di Gela viene presentata in un allestimento diverso rispetto alla mostra di Forlì perchè stavolta si presenta al pubblico con la parte dello scavo completo di tutti i pezzi recuperati". Quindi ha voluto sottolineare gli sforzi del governo regionale e del suo assessorato ("investire in cultura perchè cultura è economia") a sostegno della riuscita della mostra «per riconvertire questi territori alla cultura dopo decenni di defezione".
«Abbiamo accompagnato l’esposizione – ha osservato – con sostegni efficaci varando un grande progetto di comunicazione con messaggi pubblicitari a livello nazionale per 300mila euro e disponendo risorse per la ristrutturazione del parco archeologico di Gela, che mirano a restituire decoro e a riprendere il tema della fruizione dei siti. Una occasione importantissima non solo per Gela ma per tutta la Sicilia». «Per noi – ha detto la sovrintendente ai beni culturali di Caltanissetta, Daniela Vullo – questa mostra ù è un punto di partenza per la rinascita dei beni culturali di Gela. Speriamo che sia l’inizio di un percorcorso virtuoso che porti a una riscoperta turistica e culturale della città». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA