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Etna, la festa della vendemmia Un rito che si ripete rinnovandosi

Di Redazione |

Catania – Ancorati alle tradizioni ma con lo sguardo rivolto al futuro. Volendo potremmo chiamarla “vendemmia 2.0” perché i passaggi dall’uva al mosto e infine al vino sono gli stessi dei nostri nonni ma oggi il gusto va a braccetto con la tendenza e con l’evoluzione.

Si tratta comunque di un evento che rappresenta una festa per intere comunità. «Negli ultimi anni la vendemmia è diventato uno spettacolo cui vogliono partecipare migliaia di visitatori – spiega Santi Natola, esperto di enoturismo – sempre più curiosi, provenienti da ogni parte del mondo, vogliono scoprire i luoghi della nostra isola; soprattutto i vigneti che circondano l’Etna. Si tratta – continua Natoli – di un mondo già raccontato da Mario Soldati alla fine degli anni Sessanta e che narra di una terra con odori, sapori e tradizioni unici nel loro genere».

Da qui la continua scoperta di un percorso che rappresenta un simbolo di storia e identità nazionale. Un fenomeno a cui tutte le cantine si sono ormai adeguate perché oggi alla vendemmia si associa l’enogastronomia. Da qui l’esperienza culturale in un universo che ha ancora tante storie da raccontare. «La vendemmia sui terrazzamenti – sottolinea Alessandro Lo Genco, agronomo azienda Nicosia – sull’Etna e in particolare sul monte Gorna è una tradizione antichissima. Una vasta area dalle forti radici vitivinicole dove l’uso della meccanizzazione viene limitato al minimo e dove la raccolta viene fatta manualmente».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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