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Etna, ancora lava e cenere: il Vulcano non si ferma mai
La nuova fase parossistica sull’Etna, la 12esima dal 16 febbraio scorso, stata preceduta da una nuova attività stromboliana al cratere di Sud-Est di modesta intensità, mentre contestualmente proseguiva l’attività esplosiva intracraterica alla Voragine, Bocca Nuova e al Cratere di Nord Est.
Quasi subito, l’ampiezza media del tremore vulcanico ha mostrato un deciso incremento portandosi su valori alti, mentre le sorgenti del tremore si sono spostate sotto al CSE ad una profondità di circa 2.5 km. Era chiaro, si legge nel report di IngvVulcani, che fosse il preludio per un nuovo episodio parossistico, il dodicesimo in poco meno di un mese. Dalle ore 6:30, l’attività stromboliana al Sud Est è aumentata in intensità e frequenza, producendo una nube eruttiva. Un ulteriore aumento dell’attività stromboliana si è registrata a partire dalle 7:54, accompagnato da un trabocco lavico dall’area orientale del cratere, che si espandeva verso la Valle del Bove.
Alle ore 8:41, l’attività stromboliana è passata a fontana di lava, con la formazione di una nube eruttiva che ha raggiunto un’altezza di circa 6 km di quota, trasportata dai venti in direzione Est. Il flusso lavico ha continuato ad espandersi verso la Valle del Bove, raggiungendo la quota di circa 2.800 metri. Alle 9:39, la nube eruttiva prodotta dall’attività in corso ha raggiunto una quota di circa 8.500 metri, disperdendosi a Est. La ricaduta di cenere ha interessato i paesi di Fornazzo e Giarre e successivamente anche quelli di Milo, Santa Venerina e Torre Archirafi.
Il fronte della colata lavica che si espandeva in Valle del Bove ha raggiunto una quota di circa 2.000 metri. L’attività di fontana di lava è cessata alle ore 10:50. Sono continuate ancora per un pò di tempo una debole attività stromboliana ed emissioni di cenere al cratere di Sud-Est. Alle 11:15 l’attività era sostanzialmente finita. La colata di lava principale ha continuato ad essere moderatamente alimentata, con un fronte lavico sceso fino a circa 1.700 metri dui quota. E’ stata inoltre osservata una seconda colata lavica che si è propagata verso Sud-Est sul versante occidentale della Valle del Bove fino a raggiungere una quota di circa 3.000 metri, che appare non più alimentata e in raffreddamento. L’ampiezza media del tremore vulcanico è diminuita rapidamente, mantenendosi su un livello medio basso. L’analisi delle deformazioni del suolo, in particolare dei dati clinometrici che sono i più sensibili, ha mostrato, anche in questo caso, piccole variazioni in diverse stazioni, con valori massimi (inferiori comunque a 3 microradianti) registrati dalla stazione di Cratere del Piano (Ecp).
I dati della rete Gnss invece non mostrano variazioni significative. Il dodicesimo parossismo della sequenza cominciata a febbraio 2021 è avvenuto a circa 54 ore dal precedente. Ricercatori dell’Ingv-Oe di Catania sono sul terreno per campionare i prodotti eruttati e mappare la loro distribuzione.
(video Youtube/Local Team)COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA