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Covid, settore del wedding in crisi. Luca Mellili: «E’ come se fosse nuovo lockdown»

Di Redazione |

Catania – Luca Melilli e Franco Cannata, coppia di stimati allestitori di matrimoni in Sicilia e wedding planner internazionali, contro il Dpcm del Governo nazionale: “Questo è un ennesimo colpo al fianco di un settore già stroncato dal primo lockdown. Giusto imporre regole e responsabilità, ma non si può giocare con la vita, i sentimenti, il portafogli e l’equilibrio mentale delle persone”. “I nostri telefoni squillano dalla notte del Dpcm: spose in ansia, catering preoccupati, location che rischiano di restare vuote. Non sappiamo più cosa fare”. Ecco la fotografia della giornata vissuta ieri da Luca Melilli, Franco Cannata e da tutti i colleghi wedding planner italiani dopo le ulteriori restrizioni anti Covid imposte dal Governo e in vigore sino al 13 novembre.

“Stavamo cominciando a respirare un po’ d’aria pulita dopo le preoccupazioni del lockdown nazionale. Il nostro comparto è fatto di programmazioni, non di last minute. Ed ecco che ci ripiomba addosso un nuovo macigno – spiega ancora Luca Melilli, che con Franco Cannata dirige Panta Rhei Wedding -. Ovvio, non chiediamo che le restrizioni vengano allentate, tutti noi vogliamo contrastare la pandemia e siamo ligi alle regole, ma fissare a 30 il numero massimo di persone che possono partecipare a feste conseguenti cerimonie civili o religiose, non ha alcun senso o valore scientifico-sanitario, ma rappresenta un vero e proprio lockdown per i matrimoni. Sarebbe stato più semplice se il governo ci avesse detto direttamente di chiudere le nostre aziende”.

Franco e Luca in questi mesi hanno cercato di riorganizzare la loro impresa con grande fatica perché il grosso del lavoro di un wedding planner è quello di mettere in contatto gli sposi con la location, il catering, il truccatore, il fiorista, i musicisti, chi fa le bomboniere e altre figure ancora. In questi mesi hanno perso centinaia di migliaia di euro di caparre e si sono dovuti trasformare in psicologi per consolare spose e madri delle spose, facendole sentire sicure che il loro matrimonio si sarebbe prima o dopo svolto. “Ma non è tutto – racconta ancora Luca – dopo aver riprogrammato tutti i matrimoni del 2020 nel 2021, a fine estate molte spose hanno deciso di ritornare sui loro passi e riprogrammare il matrimonio per l’autunno, visto che la situazione lo consentiva, quindi adesso ci troviamo con matrimoni che si devono svolgere a breve e sposi che non sanno cosa fare. Ovviamente questo si ripercuote negativamente su tutto il settore e l’indotto.

Chiediamo di poter organizzare e svolgere i matrimoni, nella massima sicurezza e con le dovute precauzioni, magari considerando di caso in caso le dimensioni delle diverse location e non in maniera assoluta considerare un evento con 31 invitati, un matrimonio “fuori legge”. Noi siamo i primi a chiedere misure serie e forti per il contenimento della pandemia: abbiamo proposto ad esempio di aumentare da 1 a 2 metri il distanziamento interpersonale in occasione di Eventi, ma il Governo non ci ha ascoltato. I matrimoni sono stati programmati prima del varo del nuovo Dpcm, gli sposi sono già in Chiesa: che facciamo, li rimandiamo a casa quando si presentano con parenti e amici al ricevimento per festeggiare il giorno più bello della loro vita?”. “Il Dpcm ha imposto limiti rigorosi – conclude Melilli – ma non ha nemmeno accennato ad indennizzi per imprenditori e sposi”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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