Lampedusa (Agrigento) – E’ allarme ambientale a Lampedusa per lo sversamento di gasolio in mare da parte di un barcone utilizzato dai migranti e abbandonato addirittura tre anni fa al molo Favarolo. Durante l’ultima ondata di maltempo, il barcone è andato a fondo e dopo un po’ è cominciato a fuoriuscire il gasolio ancora presente nei vecchia serbatoi del barcone, un peschereccio diventato una “carretta del mare”. Il gasolio ha già invaso Porto Vecchio. L’inquinamento ambientale appare già grave con la chiazza di gasolio che ha già portato a riva i residui di petrolio. La Guardia costiera è al lavoro per cercare di fronteggiare l’emergenza che rischia di creare danni seri al mare di Lampedusa, rinomato in tutto il mondo per le sue acque cristalline.
«Da anni chiedo di potere smaltire quel relitto e mi viene negato di farlo. La procura di Agrigento lo ha affidato all’Agenzia delle dogane che non ha provveduto. Adesso è successo il disastro». Lo dice il sindaco di Lampedusa e Linosa, Totò Martello. «Quell’imbarcazione si trovava al molo Favarolo dal 2012 e in tutto questo tempo non è stata neppure svuotata del carburante, nonostante il Comune si fosse detto disponibile al totale smaltimento. Ci sono altre due imbarcazioni, ancorate al porto, in queste condizioni, – ha aggiunto Martello – mentre tutte le altre sono già affondate a causa delle mareggiate. Adesso passeremo alle denunce».
«Tutto il territorio di Lampedusa e tutto l’ambito marino circostante compreso il porto sono vincolati dall’Unione Europea come zona di protezione speciale per l’elevato valore naturalistico e quindi il degrado ambientale che si sta verificando ormai da mesi costituisce anche violazione delle norme comunitarie». Lo scrive Legambiente Sicilia e il circolo Esther Ada di Lampedusa che hanno già dato mandato ai legali del centro di azione giuridica di Legambiente di presentare un esposto alla Procura, al ministero dell’Ambiente ed alla Commissione Europea. Legambiente chiede che «venga fatta piena luce sulla mancata attuazione degli appalti per la rimozione dei relitti e dei barconi indetti da mesi dall’agenzia regionale delle Dogane e dei Monopoli cui compete tale attività». «Ma la situazione è ancora più grave per la presenza di depositi di imbarcazioni in più punti dell’isola: da Cala Salina all’area militare dell’ex base Loran» – ricorda Legambiente.