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Tlc: Ue verso riforma regole settore per investimenti 5G

Di Redazione |

BRUXELLES – L’Ue si avvia verso un’intesa sulla riforma delle regole tlc, per ridisegnare il settore e cercare di aprire la strada agli investimenti in fibra ottica e tecnologie alla base dello sviluppo del 5G. A essere favoriti in base all’accordo che si sta delineando nell’ultimo round di negoziati tra Parlamento, Consiglio e Commissione Ue, saranno gli investimenti sulla base del modello ‘wholesale only’, ossia operatori che gestiscono solo la rete, come in Italia fa per esempio OpenFiber, ma che non entrano nel mercato residenziale come fa il modello tradizionale degli operatori storici che gestiscono infrastruttura e servizi tipo Telecom. Più deboli, invece, saranno gli incentivi per il co-investimento, una scelta già criticata dall’associazione europea degli operatori tlc storici di Etno, secondo cui questa blocca gli investimenti su larga scala perché ne favorisce solo alcuni tipi.

 

In base alle bozze di intesa, viene persa in parte anche l’ambizione della Commissione Ue sull’assegnazione delle frequenze dello spettro, dove le licenze avranno una durata di massimo 15-20 anni contro i minimo 25 inizialmente proposti. Tra le altre misure su cui vertono i negoziati in corso, che potrebbero proseguire tutta la notte con l’ambizione di chiudere il dossier aperto da ormai 2 anni, c’è anche il taglio dei costi delle chiamate internazionali dentro l’Ue. Misura duramente contestata dagli operatori tlc, in quanto spinge verso un ‘dumping’ dell’operatore meno caro mentre secondo altri apre a un vero mercato unico europeo senza più ‘prefissi’ nazionali, metterà un tetto massimo ai costi delle chiamate da Paese Ue a Paese Ue sia da telefono fisso che da cellulare.

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