Roma – Cambiano il Reddito di cittadinanza e il taglio del cuneo fiscale. La prima manovra del governo Meloni riscrive il sostegno a chi non ha un lavoro, puntando su una stretta dal 2024 mentre la misura a favore delle buste paga si amplia per le fasce più deboli. Una legge di bilancio con molti desiderata, ma una coperta corta: con oltre ai 21 miliardi in deficit già blindati per il caro-energia, lo spazio in cui far entrare tutto è una decina di miliardi. Con alcuni nodi cruciali ancora irrisolti, che creano tensioni nella maggioranza e su cui si cerca un accordo in extremis. La giornata parte in salita con la decisione di preallertare i ministri per un cdm serale anziché nel pomeriggio come inizialmente previsto. Per cercare di sbloccare la situazione viene riunito un vertice a Palazzo Chigi con la premier, i vicepremier e i ministri dell’Economia e del Lavoro. Mentre si intensifica da più parti il pressing per orientare le misure del provvedimento. Il ministro dell’Istruzione Valditara chiede risorse aggiuntive per i contratti dei docenti. I partiti della maggioranza insistono con le loro richieste.Confindustria è critica sul cuneo (“manca un intervento shock”). Poi in serata i due vicepremier mostrano soddisfazione. “Andiamo nella direzione giusta per pensioni minime e flat tax”, dice Tajani (Fi). “Ci sono le misure chieste dalla Lega”, assicura Salvini. A Bruxelles intanto si attende il Documento programmatico di bilancio, che arriva in cdm insieme alla manovra e che verrà inviato dopo il varo. A dividere la maggioranza è uno dei dossier più spinosi, quello sulla stretta al Reddito di cittadinanza. L’idea è di toglierlo agli ‘occupabili’, ma l’ipotesi di una cancellazione immediata del beneficio già dall’1 gennaio, che avrebbe permesso di risparmiare 1,8 miliardi, appare ad alcuni troppo radicale.Una prima mediazione proposta dalla ministra del Lavoro Calderone prevedeva un anno di ‘cuscinetto’ (fino al 31 dicembre 2023) in cui inserire i lavoratori occupabili nel mondo del lavoro ma alla fine la stretta potrebbe essere ancora più significativa, riducendo questa finestra a otto mesi. Resta caldo anche il dossier pensioni. Se per superare la Fornero si è trovata la formula di quota 103 (41 anni di contributi e 62 di età) come soluzione ‘ponte’ in attesa di una riforma più complessiva, si valuta anche la possibilità di recuperare altre risorse (da 1,8 a 3 miliardi in base alle soluzioni scelte) tagliando la rivalutazione delle pensioni all’inflazione per gli assegni più alti. Tajani annuncia anche l’aumento delle pensioni minime.Un altro tema in cerca di una sintesi è quello della ‘tregua fiscale’: accantonato lo scudo sui capitali all’estero, pare sicura la cancellazione delle cartelle fino a mille euro, mentre si discute ancora sulle altre. Nella lista delle possibili risorse, oltre al restyling degli extraprofitti, spuntano la razionalizzazione dei bonus edilizi e delle tax expenditure, e anche una ‘tassa bitcoin’, sulle plusvalenze da criptoattività. Tra le misure ormai certe c’è il taglio del cuneo fiscale, che andrà interamente a favore dei lavoratori. Così come le misure per arginare il caro-energia, con un mix di interventi che vanno dal potenziamento del bonus sociale ai crediti di imposta rafforzati per le imprese. Sui carburanti lo sconto viene ridimensionato, almeno per dicembre, visto il trend di discesa dei prezzi: da 30,5 a 18,3 cent (intervento che non penalizza gli autotrasportatori che godono di altri regimi). Arrivano con la manovra anche gli aiuti per le Marche colpite dai gravi eventi del maltempo: 400 milioni tra legge di bilancio e decreto allegato. Il passaggio di oggi non chiude comunque la partita: i giochi si faranno anche durante l’esame parlamentare, dove alcune misure potrebbero essere ripescate come emendamenti. L’iter partirà dalla Camera, dove il testo è atteso in commissione verso la fine della settimana. L’approdo in Aula non sarà prima del 20 dicembre, con il Senato costretto ad un passaggio solo tecnico.Un mese in più di congedo retribuito all’80% dello stipendio, “un salvadanaio del tempo” per le mamme in difficoltà da fruire entro i sei anni di età dei figli. E’ una delle misure del pacchetto famiglia contenuto nella manovra, un aiuto alle lavoratrici che attualmente possono prendere il congedo ma solo al 30% dello stipendio fino ai 12 anni di età. “Io – evidenzia la premier Giorgia Meloni in conferenza stampa – ho sempre pensato che molte madri non si potessero permettere di prendere il congedo con il 30% della retribuzione. Abbiamo aggiunto questo salvadanaio di tempo senza che si debbano ritrovare in condizioni economiche difficili”. La misura fa parte del pacchetto da un miliardo e mezzo destinato alla famiglia, una delle due gambe, insieme alla crescita, sulle quali il governo ha scelto di far camminare la manovra.Del resto, evidenzia Meloni: “la natalità è il primo punto del nostro programma perché se continuiamo a guardare all’oggi e non al domani, come fatto in passato, niente si sostiene più”. “Un miliardo e mezzo sul pacchetto famiglia – sottolinea anche il ministro Eugenia Roccella – nonostante tempi strettissimi e limiti di spesa ancor più stringenti. E, soprattutto, una visione. Un’idea. Un segnale politico che traccia la rotta per il futuro e dice molto di quello che sarà. Questa è una finanziaria ponte, verrà il tempo dei provvedimenti strutturali. Ma le premesse sono chiare: l’Italia vuole tornare ad essere vitale e a guardare al futuro, noi la aiuteremo a farlo”. Nella legge di bilancio entra intanto anche l’aumento dell’assegno unico che sale del 50% a tutti per il primo anno di vita del bambino e del 50% per tre anni per le famiglie numerose.Per le famiglie più fragili viene inoltre confermato e rafforzato il meccanismo che consente di ricevere il bonus sociale bollette, lo sconto per le fatture di luce e gas per chi si trova in condizioni di disagio economico e fisico esteso al primo trimestre del 2023, con un innalzamento della soglia Isee da 12.000 euro a 15.000 euro. Viene inoltre confermato l’assegno per i disabili, una misura che, rivendica il ministro Roccella, “è strutturale”. E ancora, come annunciato, arriva un aiuto sul fronte delle spese. “L’Iva su tutti i prodotti della prima infanzia – dice Meloni – sarà al 5%”. Stessa cifra che riguarderà anche gli assorbenti, i “dispositivi igienici femminili non compostabili”. Del pacchetto famiglia fa parte – infine – anche il fondo di 500 milioni di euro per una ‘Carta Risparmio Spesa’ gestita dai Comuni, per redditi fino a 15mila euro.