STRASBURGO – Porre fine alle pratiche sleali delle grandi piattaforme online in Ue tramite l’incremento della collaborazione tra la Commissione e le autorità nazionali, la prevenzione delle acquisizioni che puntano a monopoli e l’introduzione di sanzioni dal 4% fino al 20% del fatturato totale per chi viola le regole: queste le novità principali del Digital Market Act (Dma), il testo sulla regolamentazione del mercato digitale approvato 42 voti a favore, 2 contrari e 1 astensione” dalla commissione per il mercato interno del Parlamento europeo.Nel mirino delle regole approvate dagli eurodeputati ci sono le aziende digitali che assumono il ruolo cosiddetto di ‘gatekeeper’, ovvero di controllo dell’accesso ai servizi online da parte dei cittadini, come i social network, i motori di ricerca, i sistemi operativi, i servizi di pubblicità online, i cloud computing e servizi di condivisione di video. Per rientrare in tale ruolo, stando al Dma, sarà necessario inoltre essere presenti in almeno tre paesi dell’Ue e avere almeno 45 milioni di utenti finali mensili, oltre a più di 10.000 utenti aziendali. Quanto ai criteri per designare le aziende tech come gatekeeper, il relatore Andreas Schwab, ha confermato che è stata proposta la cifra di 80 miliardi come valore di capitalizzazione del mercato, rispetto ai 65 proposti dalla Commissione. Presenti nel testo anche requisiti aggiuntivi di trasparenza sull’uso del ‘microtargeting’, la pubblicità mirata, che dovrà “astenersi dal combinare i dati personali allo scopo di fornire pubblicità”. Previsto nel testo anche il divieto di concentramenti di potere tramite acquisizioni volte a eliminare i concorrenti. “Vogliamo che la Commissione Ue renda possibile il fatto che le fusioni in ambito di gatekeeper possano essere seguite attraverso un regime speciale”, ha spiegato Schwab.Gli eurodeputati propongono infine la creazione di un “Gruppo europeo di alto livello dei regolatori digitali” per facilitare la cooperazione tra la Commissione e Stati membri, e prevedono l’introduzione di sanzioni “non inferiori al 4% e non superiori al 20%” del fatturato mondiale”, qualora gli operatori non si confermassero alle regole.”I regolatori nazionali devono creare dei gruppi di esperti di regolatori digitali per assistere la Commissione Ue – ha spiegato Schwab -. In secondo luogo, abbiamo rafforzato il ruolo delle autorità nazionali, dando loro la possibilità di realizzare delle richieste individuali ai gatekeeper in modo tale che non si basino soltanto sulle procedure di politiche di concorrenza, ma possano anche agire sulla base del Dma per richiedere specificamente delle informazioni ai gatekeeper”.Infine, è stato integrato “un obbligo all’interoperabilità nella pubblicità mirata” per garantire che “le regole della protezione dei dati vengano prese in maniera seria da tutti i Paesi e dalle società. Nel caso in cui vi siano dubbi sull’applicazione del Gdpr, si passa a far riferimento al Dma”. “Vi sono ancora ostacoli da sormontare”, ha concluso il relatore, auspicando che il testo venga approvato il più rapidamente possibile, “già dalla fine del 2022 o agli inizi del 2023”.Il testo sarà ora sottoposto al voto della plenaria durante la sessione di dicembre 2021.