BRUXELLES – Il nuovo governo M5S-Lega non è ancora nato ed è già scontro in Europa. A innescare un duro botta e risposta con il leader della Lega, Matteo Salvini, è stato oggi il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, facendosi portavoce di un allarme che, da quando è stato reso noto il testo del ‘contratto’, sta suonando non solo a Parigi. “Se il nuovo governo si assumerà il rischio di non rispettare i propri impegni sul debito, sul deficit, ma anche sul consolidamento delle banche, ad essere minacciata sarà la stabilità finanziaria di tutta l’Eurozona”, ha avvertito Le Maire intervenendo a una trasmissione televisiva. Immediata la replica di Salvini, che su Twitter ha bollato le dichiarazioni del ministro francese come un’altra “inaccettabile invasione di campo. Si mettano l’anima in pace”, ha poi aggiunto. “Se ci chiedono di fare come i governi precedenti, faremo l’esatto contrario. I francesi si occupino della Francia e non mettano il naso nelle cose altrui, semmai parliamo di Ventimiglia e dei migranti fermi al confine”. Più conciliante Luigi Di Maio, il quale ha risposto a Le Maire “con un sorriso: fateci partire, poi ci criticate, ne avete tutto il diritto”.
Le inquietudini per l’impatto della futura politica economica dell’Italia non sono però solo francesi. Nella sua edizione domenicale, il quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung (Faz) analizza le possibili conseguenze sull’Europa della situazione italiana e titola: “L’Italia farà esplodere l’Eurozona?”. I timori delle cancellerie europee, si osserva a Bruxelles, sono alimentati soprattutto da due fattori. L’enorme cifra (oltre 100 miliardi) che servirebbe per realizzare quanto indicato nel contratto M5S-Lega e la consapevolezza che l’Italia, terzo potenza economica dell’Eurozona, non è la Grecia e un nuovo caso Syriza in salsa tricolore avrebbe un impatto molto più devastante e destabilizzante. Ad alimentare allarmi e preoccupazioni sono anche il Financial Times e l’economista Paul Krugman. “L’Italia indica la strada verso la fine della democrazia liberale”, è la tesi sostenuta sul quotidiano della City dal commentatore di affari europei Wolfgang Munchau. Tesi sostanzialmente condivisa dal Nobel americano, secondo il quale “le persone non sono sufficientemente allarmate riguardo alla situazione italiana. A suo modo, è una minaccia per l’ordine liberale paragonabile al trumpismo”. “Ci aspettano giorni molto difficili”, è il commento che si raccoglie in queste ore a Bruxelles tra gli addetti ai lavori davanti alle posizioni del nascente governo sulla Tav, la Russia, i mini Bot, i vaccini, i migranti e la riforma dei trattati. Per ora la Commissione europea, che mercoledì renderà note le sue raccomandazioni annuali rivolte ai Paesi membri, ha scelto di tenere i riflettori accesi sull’andamento dei conti ma anche di dare tempo ai prossimi inquilini di Palazzo Chigi di insediarsi e passare dalle parole ai fatti. Ma viste le premesse, c’è però chi scommette che già giovedì e venerdì prossimi, quando a Bruxelles si riuniranno l’Eurogruppo e l’Ecofin, i ministri delle Finanze parleranno, più o meno informalmente, delle vicende italiane con toni assai meno diplomatici.