BUDAPEST – “L’Ungheria prima di tutto. Difenderemo la nazione contro quelli che agiscono nell’Ue e nell’Onu, realizzando il piano Soros, cioè l’accoglienza di milioni di immigrati musulmani”. È quello che ha detto oggi il premier ungherese Viktor Orban, ricalcando lo slogan di Trump (America first), nel suo 20.mo discorso sullo stato della nazione, aprendo di fatto la campagna elettorale del suo partito Fidesz per le elezioni dell’8 aprile.
Secondo Orban, i politici di Bruxelles, Berlino e Parigi favoriscono l’immigrazione, mettendo a rischio “la civiltà cristiana europea a favore dell’islam”. I paesi occidentali dell’Europa ormai sono invasi da migranti che “verranno presto a bussare alla nostra porta ormai non solo dal sud, ma anche dall’occidente”. Orban prevede l’arrivo di 60 milioni di immigrati africani negli anni a venire e contro questo rischio, la barriera sul confine sud del paese starebbe l’unica difesa.
“Era un discorso pieno di menzogne”, hanno commentato i partiti di opposizione. “Orban, per spaventare gli elettori, parla di pericoli inesistenti, mentre non spende neanche una parola sullo stato della sanità e dell’istruzione, che sopo in rovina, e sulla povertà che cresce nel paese”, ha detto Gergely Karacsony, capolista socialista.