BRUXELLES – Accantonamenti a copertura dei rischi insiti nei prestiti futuri che potrebbero deteriorarsi, sviluppo di mercati secondari sui quali vendere npl, agevolare il recupero crediti, assistere gli Stati nel processo di ristrutturazione delle banche fornendo uno schema per l’istituzione di società di gestione di attivi (bad bank). Queste le misure del pacchetto npl proposte dalla Commissione Ue.
Gli accantonamenti si applicheranno ai prestiti emessi a partire da oggi, se la proposta passerà all’Ecofin. Per coprire i crediti deteriorati che non hanno collaterale (unsecured), le banche avranno due anni. Nel primo anno dovranno coprirli del 35%, arrivando al 100% nel secondo. Quelli con collaterale (secured) dovranno essere coperti al 100% entro otto anni, con una progressione che sarà meno intensa all’inizio e più intensa dal quarto anno in poi. Ovvero: nel primo anno dovranno coprire il 5%, nel secondo il 10%, nel terzo il 17,5%, nel quarto il 27,5%, nel quinto il 40%, e così via fino al 100% nell’ottavo. Per Bruxelles è un incentivo a liberarsene. Mentre sugli stock esistenti non c’è alcuna richiesta prudenziale.
L’altra misura incentiva gli accordi extra-giudiziali, e riguarda solo i prestiti coperti da garanzia reale. La proposta prevede che banca e debitore possano concordare in anticipo un meccanismo accelerato di recupero del valore dei prestiti coperti. In caso di inadempimento del debitore, la banca o altro creditore garantito è in grado di recuperare rapidamente la garanzia del prestito senza adire le vie legali. L’escussione della garanzia in sede extragiudiziale è limitata esclusivamente ai prestiti erogati alle imprese ed è protetta da salvaguardie. Il credito al consumo è escluso.
Per sviluppare ulteriormente i mercati secondari dei crediti deteriorati, Bruxelles vuole armonizzare i requisiti e instaurare un mercato unico della gestione del credito e della cessione a terzi di prestiti bancari nell’Ue. La direttiva proposta determina le attività dei servicer, fissa norme comuni per l’autorizzazione e la vigilanza e impone norme di condotta in tutta l’Ue. Chi rispetta queste regole può quindi operare in tutta l’Ue senza dover soddisfare requisiti nazionali diversi per ottenere l’autorizzazione.
Infine, lo schema orientativo non vincolante per le bad bank offre agli Stati membri una guida all’istituzione, se la ritengono utile, di società nazionali di gestione di attivi “nel pieno rispetto delle norme Ue vigenti nel settore bancario e in materia di aiuti di Stato”.